Circa un anno fa Malika, 22enne di Castelfiorentino, fu cacciata di casa, senza vestiti, dai suoi genitori perché aveva confessato di essere lesbica. Una storia ed una vicenda assurde. Affinché non ci siano mai più casi come il suo, nascono due centri servizi nell’ambito di un progetto – “Malika” per l’appunto – che porta proprio il suo nome: ad Avellino e a Chiusano San Domenico. L’obiettivo principale sono la prevenzione ed il contrasto alle discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere.
“Una risposta necessaria visto il momento così difficile che stiamo vivendo”, spiega l’assessore al Comune di Avellino Marianna Mazza, promotrice del progetto. L’assessore è particolarmente emozionata. Si vede e si sente. Ma ha una forza di non poco conto. “Partiamo con questo progetto – sottolinea – perché vogliamo dare un aiuto concreto, non a parole. Saremo vicini anche alle famiglie. Per noi sarà molto importante promuovere azioni di sensibilizzazione con azioni specifiche sul territorio, ad esempio nelle scuole. Dobbiamo diffondere la cultura del rispetto, dobbiamo puntare su una società più inclusiva. La nostra sfida è che nessuno debba sentirsi solo”.
“I Comuni di Avellino e Chiusano sono dalla parte giusta della storia. Con questo progetto si lancia un messaggio importante per tutti. Lo sportello creerà anche quel senso di comunità che sta iniziando a vacillare”. Parole, queste, dette un po’ da tutti i rappresentanti dei partner di progetto, ovvero Acli Avellino, Arcigay Salerno, APS Al3parole e IrpiniAltruista. Hanno partecipato anche il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, il sindaco di Chiusano San Domenico, Carmine De Angelis, Paolo Valerio, professore onorario di Psicologia Clinica, presidente ONIG e presidente Fondazione “Genere, Identità e Cultura”.
Presenti anche altre istituzioni, come l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Mercogliano Elena Pagano, associazioni e una parte cospicua della maggioranza che regge le sorti del Comune capoluogo (dal vicesindaco Nargi agli assessori Genovese, Giacobbe e Luongo, i consiglieri comunali De Simone, Guerriero, Spiniello) e l’esponente dell’opposizione Monica Spiezia.
Madrina d’eccezione la scrittrice ed ex parlamentare Vladimir Luxuria. “Dobbiamo dire no alla solitudine, perché chi discrimina vuole condannare chi è discriminato alla solitudine”, afferma Luxuria che è un po’ un’irpina di adozione, visto che è cittadina onoraria di Ospedaletto d’Alpinolo.
“Uno sportello come questo di Avellino è una finestra verso il mondo. Nessuno, nessuna, si deve sentire discriminato per nessun motivo. Purtroppo continuano ad esserci persone che pensano di essere superiori ad altre soltanto perché bianchi o etero. Ogni iniziativa che va verso la direzione dell’integrazione ben venga. Poi, certo, ci vorrebbe anche una legge nazionale che condanni chi discrimina, che condanni l’omofobia. Speriamo che i Comuni, compreso quello di Avellino, spingano il Parlamento ad adottare iniziative importanti”.
Luxuria, però, di questo Parlamento o esecutivo, non sembra essere così ottimista: “Fin quando avremo un Governo ostaggio di Salvini che continua a fare la voce grossa sullo ius scholae o sull’uso terapeutico dell’erba, la vedo molto difficile”.