FOTO/ Antonio Russolillo, inventore e produttore degli “Scazzamarielli Arianesi”, intervistato dai bambini a scuola

0
1253

Gli alunni delle classi quarte dell’Istituto Comprensivo “Giulio Lusi” di Ariano Irpino hanno invitato a scuola Antonio Russolillo, pioniere della creazione di “Scazzamarielli”.

Per l’occasione i bambini hanno preparato un’intervista molto appassionante. Attraverso le entusiasmanti domande dei bimbi poste a Russolillo, si potranno conoscere le origini e la storia di queste simpatiche creazioni artigianali.

“Ho colto una grande dedizione nel signor Russolillo, il quale aveva un vero e proprio bisogno di trasmettere la sua passione ai bambini, per tramandare la tradizione e l’arte della creazione di questi oggetti” – afferma la Dirigente Maria Cristina Bottigliero – “mi ha colpito il suo grande attaccamento al territorio e sono stata molto affascinata dall’entusiasmo con il quale i bambini ponevano domande all’esperto.”

Raccontaci del tuo mestiere. Cosa ti ha portato a intraprenderlo?

Sono un modellatore di piccoli folletti, che nella tradizione arianese vengono chiamati “Scazzamarielli”.

La mia passione per il disegno e per la pittura mi ha portato ad intraprendere questo mestiere. Inoltre nell’arco della mia vita ho avuto la fortuna di conoscere Nicola D’Antuono, un grande professore che adesso non c’è più. Era un famoso antropologo di Ariano Irpino ed è stato proprio lui a sostenermi nella creazione della mia prima statuina artigianale.

È stata realizzata grazie ai racconti di alcune persone che dicono di aver visto questo simpatico esserino e ancora oggi conservo personalmente tutte le registrazioni di persone anziane che descrivono lo Scazzamariello.

Io e Nicola lo abbiamo studiato e lo abbiamo creato, in modo da portare avanti delle importanti tradizioni arianesi che si stanno perdendo col passare del tempo.

Quando hai cominciato?

Realizzo Scazzamarielli in argilla dal 2002 e sono stato il promotore di queste creazioni. Alcuni anni fa qualcuno ha provato a “clonare” la mie creaturine ma ho provveduto immediatamente a denunciarlo.

C’è qualcuno in particolare che ti ha ispirato?

Si, le testimonianze delle persone che lo hanno visto. In particolare quella di una donna di Camporeale, la quale mi raccontò di aver visto lo Scazzamariello mentre pascolava il bestiame. Sbucò fuori da alcuni alberi e fu molto impaurita da questa presenza, a tal punto che urlando lo fece scappare. Questa signora mi descrisse alla perfezione le sembianze del folletto apparso e io l’ho creato. A suo dire è identico a quello vero!

Raccontava di Scazzamarielli che avevano portato tantissima ricchezza a chi lo aveva visto ma, nel momento in cui il segreto veniva svelato, spariva ogni fortuna avuta.

Ci tengo a precisare che ciò di cui parlo è tutto documentato da testimonianze registrate e a tal proposito mio figlio scriverà un libro.

Cosa ti piace del tuo mestiere?

Questi racconti fiabeschi fanno bene a tutti, specialmente ai ragazzi, i quali vivono in un mondo assurdo, fatto da cose materiali. È tutto troppo frettoloso, non ci si sofferma su nulla, si vive senza immaginazione e senza fantasia…

Chi sta continuando oggi con questa produzione?

Nessuno sta continuando a portare avanti questa tradizione, ecco perchè tengo molto a trasmettere questa passione alla gente. Sto tenendo dei corsi di pittura gratuiti ai ragazzi per tramandare questa cultura che si è ormai spenta.

Pensi che la tecnologia abbia influito?

Si molto. Oggi si vive con la tecnologia a portata di mano e la fantasia è venuta molto a mancare. Le tradizioni si perdono e si diventa sempre più freddi. Per questo invito alle famiglie a dialogare tanto.

Che studi ci sono dietro a questa passione?

Ho studiato presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli. Sono stato allievo del Maestro De Stefano, uno dei più grandi pittori italiani. Successivamente ho frequentato la “Scarabattola” che è una scuola di fondamentale importanza per chi vuole imparare a creare presepi; così ho imparato l’arte della ceramica, ho realizzato migliaia di pastori e da qui ho iniziato a creare statuine.

Ad Ariano ci si era dimenticati della figura dello Scazzamariello e in qualche modo ho risvegliato questa tradizione.

Qual è la storia dello Scazzamariello?

Una leggenda antica racconta di un diluvio universale voluto da Zeus, il re di tutti gli dei. Alla fine della tempesta apparve nel cielo un otre (sacco di pelle di capra), che si dondolava appeso ad una corda. Con lo spostamento di fortissimi venti, l’otre si ruppe e fuoriuscirono dei simpatici folletti che popolarono tutta le terra, tra questi vi era anche lo Scazzamariello. In ogni zona del mondo esiste un folletto portafortuna ed ad Ariano di chiama Scazzamariello.

La storia dice che discende dai Lari romani e avevano un grande potere, proteggevano dalla malvagità e dalle sciagure. Infatti erano adorati e venerati come degli dei.

Cosi anche lo Scazzamariello ha la funzione di portare fortuna.

Come nasce il nome?

Lo Scazzamariello indossa un berrettino che si chiama “scazzetta” e da qui nasce il suo nome. Nel riprodurlo lo abbiamo anche un po’ abbellito e addolcito dandogli una forma più allungata, ma originariamente aveva una coppoletta più piccolina.

Quali credenze ci sono dietro questa creaturina?

Si diceva che lo Scazzamariello fosse fortunatissimo, era però anche uno spiritello burlone. La gente lo cercava proprio per avere prosperità e ricchezza e quando lo trovava recitava una poesia: “Scazzamariello Scazzamariello, famme ngappà la scazzetella, pe’ lo Santo Monaciello.”

Quando poi si riusciva a togliere la scazzetta il folletto defecava tantissimo oro, tanto da rendere chi lo aveva trovato, il più ricco del mondo.

Tu lo hai mai visto?

Io credo nello Scazzamariello da quando ero bambino perchè ho una certa sensibilità, però non l’ho mai visto. Quando ero bambino di sera mi stendevo a guardare le lucciole, nella speranza di vederne uno.

Quali sono i punti di partenza per creare lo “Scazzamariello”?

Il primo passo per creare uno Scazzamariello è il disegno. Poi seguendo la figura viene riprodotto con l’argilla, formando la Barbottina, che viene fuori impastando acqua e argilla. Successivamente questo composto viene versato in alcuni stampini di silicone nei quali si mettono degli additivi per indurire la sostanza. Poi si procede infornando gli stampi in forni come quelli da cucina, ad una temperatura di circa 200° C. Dopo circa mezz’ora la statuina viene raffreddata e dipinta con colori acrilici.

La base è fatta di legno e si produce con il corniolo, che secondo la tradizione è la pianta delle fate.

I vestiti dei personaggi prodotti, vengono cuciti rigorosamente a mano da mia moglie Annamaria, con tessuti di scarto.

Per creare uno Scazzamariello ci vogliono circa 5 giorni.

Cosa vorresti dire ai giovani che pensano di intraprendere questa strada?

Vorrei in particolare far capire lo scopo principale di queste creazioni, facendo conoscere la storia dello scazzamariello.

Il mio è un appello ai ragazzi ma soprattutto agli insegnanti, i quali spesso non riescono a trasmettere la passione per il disegno e per la pittura.

Tutti hanno una passione e chiunque può imparare a “creare”, ma bisogna principalmente credere in quello che si fa.