Chi si attendeva defezioni, abbandoni tra la maggioranza è rimasto deluso. I consiglieri di maggioranza che sostengono Foti da “buoni” scolaretti sono rimasti tra i banchi del Consiglio, anche se c’è stato più di qualcuno che si è alzato, seguito da qualcun altro, “tentando” di impressionare sindaco e resto della maggioranza. Alcuni sono intervenuti durante l’assise ma non hanno fatto seguire atti consequenziale al dissenso (Di Iorio, Festa, Arace, Matetich, Genovese, Cucciniello, Negrone). Le sortite sono rimaste sulla carta. Foti li ha neutralizzati e impietriti. Maggioranza e opposizione sono stati in aula ad ascoltare il Foti bis, un lungo discorso: “dal bilancio di previsione approvato, alle finanze mal messe evitando il dissesto, aver ripreso opere pubbliche ferme da anni: il sottopasso in piazza Libertà, la Bonatti, la collina della Terra, aver iniziato, dopo decenni, il lavoro di messa in sicurezza dell’Isochimica e della Dogana, aver messo mano alla riorganizzazione della struttura degli uffici comunali, è aver ripreso dopo 25 anni il Laceno d’oro, aver riaperto e restituito a funzioni pubbliche Villa Amendola, aver avviato con il Comune di Avellino come capofila il Piano di Zona Sociale, nonostante i contrasti, le resistenze municipalistiche e i maldestri tentativi di conservare sterili rendite di posizione, aver rimesso in moto i progetti di Europa PIU e le altre opere pubbliche per la cui realizzazione i fondi erano bloccati da anni”. Fatti non parole, per riassumere il Foti pensiero. E aggiunge: “tutto questo mentre la nave rischiava di far naufragio e fra gli stessi membri dell’equipaggio ce n’erano alcuni che si preoccupavano solo di accaparrarsi la scialuppa di salvataggio più sicura, e fra gli ufficiali alcuni abbandonavano la nave, per non correre rischi. Io, con gli assessori e i consiglieri che ci hanno sostenuto, non abbiamo abbandonato la nave, non abbiamo condannato al naufragio i passeggeri ma abbiamo rimesso in mare la nostra nave. Ora siamo in condizione, finalmente, di prendere il largo, ma c’è bisogno che tutti assolvano al proprio compito”. Ci scherza sulle parole del sindaco, il consigliere Dino Preziosi: “la nave non è mai uscita dal porto. L’elenco fatto sono cose solite dette e ridette. E’ la terza volta che sentiamo le sue linee programmatiche. E’ la sua terza Giunta. Mi sarei aspettato un programma di ampio respiro per la città. Avellino non è nemmeno più di una città dormitorio, Avellino è solo una città in cui si lavora. Diteci di che morte deve morire questa città. Sindaco lei è succube dei ricatti politici, alcuni se ne sono andati, altri hanno avuto spunti molto critici. A tutto questo deve riflettere. Siamo arrivati a questo punto perché non ha voluto ascoltare il mio consiglio e optare per il predissesto, uno strumento inventato per salvare le città dai fallimenti”.
Mostra i muscoli Foti quando parla della sconfitta elettorale alla Provincia: “non è stata una mia personale sconfitta, ma una sconfitta del Partito democratico e del Comune capoluogo. In una normale competizione elettorale può capitare e capita che il candidato designato dalle forze politiche non intercetti poi il consenso elettorale. Ma in questo caso a votare sono stati solo gli amministratori, gli stessi – mi riferisco alla maggioranza – che hanno unanimemente indicato la mia persona, o meglio il Sindaco del Comune Capoluogo, salvo poi fare diversamente nel segreto dell’urna”.
Poi tocca tutti i punti del programma spaziando nei vari settori: dall’urbanistica, alle politiche sociali, alla riqualificazione alla sicurezza, alla cultura e chi più ne ha più ne metta. Infine l’auspicio: “Resto convinto però che un contributo importante debba venire da quest’aula consiliare. Le critiche sono giuste, quando sono anche costruttive e propongono soluzioni ai problemi in campo. Ognuno di noi ha il dovere e la responsabilità di contribuire alla ripresa di Avellino. La politica farà il suo corso nelle segreterie dei partiti, ma qui, in quest’aula consiliare, noi, tutti, siamo chiamati ad amministrare per il bene della nostra città. A voi consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, rivolgo un invito: per me che oggi sono a capo di questa amministrazione conta molto il vostro parere, quel confronto costruttivo che porta alla risoluzione delle questioni che riguardano tutti. Mai come in questo particolare momento storico e politico per il nostro Paese – e di riflesso per la nostra città – è necessaria una collaborazione che superi gli steccati politici, che abbatta divisioni strumentali frutto di incomprensioni e di mancati chiarimenti. Mi appello pertanto al vostro senso di responsabilità, alla vostra sensibilità, all’esperienza che ognuno di voi ha maturato in questo Consiglio comunale e fuori: riportiamo la nostra attenzione sui problemi scottanti della gente, sui disagi e sulle difficoltà vissute dai nostri cittadini, ma consegniamo loro un rinnovato impegno per la comunità. Mi auguro, quindi, che anche il lavoro che saranno chiamate a fare le commissioni consiliari possa continuare in un’ottica propositiva e di stimolo per gli obiettivi che questa amministrazione è chiamata a realizzare. Per il bene e per la crescita di Avellino”. Le strade dell’inferno sono “tappezzate” di buone intenzioni, le sue sono solo buone intenzioni. – annuncia Nicola Battista – Mi sarei aspettato che chiedesse la fiducia ma non voglio entrare nel merito. Non so se sono sconcertato più dal suo intervento o dal tiepido applauso che ha ricevuto da una parte della maggioranza. Lei chiede sostegno all’opposizione, cerchi il sostegno dalla parte sua. Le auguro di completare almeno il 10% di quello che lei ha promesso”.