Foti: “Dissesto, non ci sono le condizioni. Tra Festa e Cipriano non voterei nessuno”

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Marco Imbimbo – Un’uscita in pubblico perché «invitato da tre amici», ma anche l’occasione per fare il punto della situazione sulle vicende del suo ex partito, il Pd, e su quanto accade a Palazzo di Città dove, fino a 5 mesi fa, occupava la poltrona di sindaco.

Paolo Foti ha partecipato, tra il pubblico, all’incontro dal tema “Lavoro e occupazione” organizzato da Rete Civica che ha tra i referenti gli ex assessori della sua Giunta Maria Elena Iaverone, Ugo Tomasone e Antonio Iannaccone. «Tre miei carissimi amici oltre che ex assessori», sottolinea Foti, anche se ammette di non condividere il proliferare di tutti questi progetti civici, ma «la colpa è dei partiti perchè non attirano più le simpatie e la partecipazione dei cittadini. Di conseguenza le persone guardano ai soggetti civici».

Tra i partiti che maggiormente risentono del mancato appeal verso i cittadini c’è il suo ex schieramento, il Pd, che continua con le sue guerre interne. A farne le spese, di recente, è stato Michele Vignola alle elezioni provinciali, proprio come capitò a Foti 4 anni fa. «A me andò meglio perché persi per pochi voti, Vignola ha avuto molti più cecchini di me» sottolinea l’ex sindaco.

Il Partito Democratico è entrato nella fase congressuale da cui uscirà il nuovo segretario nazionale. «I problemi del PD restano tutti, non ne è stato eleminato nessuno – sottolinea Foti. E credo che il congresso non riuscirà a risolvere le questioni a livello nazionale, figuriamoci quindi a livello locale. Il Pd è vecchio, si è inventato delle norme regolamentari assurde e antidemocratiche. Non vedo perché gli iscritti e simpatizzanti dovrebbero recarsi ai gazebo per votare».

Intanto in città il suo successore, Vincenzo Ciampi, è durato 5 mesi, resta invece la questione dei conti comunali con il commissario Priolo che dovrà scegliere se dichiarare o meno il dissesto. «Spero che riuscirà a dirimere la questione, non voglio neanche augurarmi, nel quadro più fosco, che si debba andare in gestione provvisoria. Sarebbe una jattura – spiega Foti. Continuo a pensare che le condizioni per il dissesto non ci siano, ma non sto più in Comune da oltre 5 mesi quindi non so cosa sia successo in questo periodo. Ovviamente non mi riferisco all’amministrazione sfiduciata, non faccio battute come qualche esponente pentastellato che continua a fare politica con le battute e i proclami o i 6×3. Però se sono intervenute altre situazioni difficili, lo devono valutare il commissario e il sub commissario, e chi meglio di loro può fare una valutazione dello stato dell’arte».

A prescindere da cosa succederà, Foti considera il dissesto «un’arma micidiale per la comunità per tutta una serie di ragioni come i fondi europei, i finanziamenti, le tasse, i tributi. Inoltre l’amministrazione cittadina si espone a dei ricorsi perché i creditori non staranno a guardare se non vi sono le condizioni per dichiarare il dissesto. Insomma è una materia molto delicata, ma sono convinto che il commissario assumerà una decisione, non aspetterà di passare la palla al prossimo sindaco e amministrazione. Mi dà l’impressione di essere una persona saggia e che sappia cosa fare».

Con la fine anticipata dell’amministrazione, la città è entrata ufficialmente in campagna elettorale. Nel centrosinistra si contano già due aspiranti sindaco, Gianluca Festa e Luca Cipriano, ma Foti taglia corto: «Non voterei per nessuno dei due».