Forino ‘frana’, spuntano altre ipotesi: l’inghiottitoio

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A Forino il terreno continua a franare. Voragini profonde decine di metri. Case crollate. Persone miracolosamente scampate alla furia della natura. Eppure l’amministrazione comunale di Forino invita a non alimentare allarmismi. Dopo il nuovo episodio di domenica, che solo per una manciata di giorni non si è trasformato in tragedia (i proprietari dello stabile crollato, originari di Napoli, raggiungeranno l’Irpinia solo ad agosto) nel piccolo centro della valle dell’Irno si grida all’emergenza. “Il territorio – spiega il primo cittadino, Pasquale Nunziata – è tenuto sotto costante monitoraggio. Ci stiamo occupando della questione in prima persona, per assicurare alla cittadinanza sicurezza e tranquillità”. Ma i residenti della frazione Celzi guardano con sospetto a quel fazzoletto di terra che continua a cedere. Le verifiche compiute, la settimana scorsa, dai tecnici dell’Apat (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) hanno definito ‘anomalo’ il fenomeno forinese. Due le ipotesi più accreditate: la prima che fa riferimento ad una condotta gassica; la seconda, ad una falda acquifera sotterranea. Due supposizioni che non hanno trovato ancora un riscontro oggettivo. Secondo i più informati, infatti, l’analisi effettuata si ferma ad un’indagine superficiale che non tiene presente l’effettiva natura del territorio irpino: prevalentemente di origine carsica. Non esiste, ad oggi, a sentire gli addetti ai lavori, un tracciato della rete carsica sotterranea. Non si conoscono i camminamenti, né esiste uno studio approfondito, nonostante Celzi presenti un inghiottitoio (frattura carsica) che alimenta le sorgenti di Lauro e Labso e che sfocia nella piana di Montoro. Insomma alle spalle c’è una situazione più grande che urge uno studio più ampio e dettagliato. Intanto il gruppo guidato dal sindaco Nunziata, ha costituito una Commissione interna che fa capo agli esperti dell’Ufficio Tecnico e alcuni amministratori (tra cui il geologo e assessore Aldo Diana e l’ingegnere e consigliere, Domenico Ercolino) che effettueranno tutti gli accertamenti del caso. Fino a settembre la zona resterà interdetta, dopodiché il numero uno di Palazzo di Città convocherà un convegno scientifico in merito alla questione, al quale parteciperanno le massime autorità competenti regionali, il Ministro all’Ambiente e alla Tutela del Territorio, Altero Matteoli e il Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. (Marianna Morante)

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