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Fondi Pnrr e “scudo tributario”: i dubbi della Corte dei Conti su spesa e controllo

“I fondi europei che finanziano il nostro Pnrr sono probabilmente eccessivi a fronte della nostra attuale capacità programmatoria e progettuale chiamando in causa responsabilità che non possono essere solo amministrative o penali ma certo sull’eventuale cattivo uso degli stessi non si può far calare un sipario in via preventiva, come è sostanzialmente accaduto con l’introduzione – ormai da quattro anni – del c.d. “scudo erariale”.

E’ uno dei passaggi della relazione del presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania Michele Orecchio nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’ Anno Giudiziario della magistratura contabile celebrato nella cornice di Villa Pignatelli a Napoli. Alla presenza di una serie di autorita’, a partire dal vicepresidente della Camera dei Deputati Sergio Costa, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e i vertici regionali delle forze dell’ordine.

Per la provincia di Avellino erano presenti il comandante provinciale delle Fiamme Gialle Salvatore Minale e il comandante del Nucleo Pef Alessio Iannone e il prefetto Paola Spena. Sugli effetti di questo “scudo erariale” che si e’ posto il presidente della Sezione Giurisdizionale quella sulla tempistica degli interventi: “Non sembrano infatti riscontrabili “in rerum natura” – in questi quattro anni di vigenza della criticata normativa – gli ipotizzati miglioramenti nell’efficienza e qualità dell’agire amministrativo e su tale circostanza ci si è ben guardati dall’avviare un obiettivo e indipendente fact- checking!”.

Per Oricchio: “È dunque necessario contrastare la diffusione della sensazione di un “liberi tutti” alimentata in questi ultimi anni da ricorrenti condoni, rottamazioni, amnistie più o meno velate e diluizioni di ogni forma di responsabilità: la Sezione regionale della Campania se ne è fatta carico sollevando, come detto, questione di legittimità costituzionale delle norme che riducono al lumicino il perimetro della responsabilità amministrativa e che producono anche l’effetto di alimentare una sfiducia nelle istituzioni che è particolarmente pericolosa proprio nel Mezzogiorno, ove – come rilevato dal New York Times in un articolo pubblicato dopo recenti episodi di violenza accaduti a Caivano e a Palermo – si registrano ancora consistenti “fratture culturali””.

La sfida del P.N.R.R e i controlli di legalità finanziaria e i controlli sulla gestione sono stati al centro dell’intervento del presidente della Sezione Controllo della Corte dei Conti, Massimo Gagliardi: “Non può infatti sottacersi che la sfida del PNRR assuma dimensioni “epiche” in molti enti campani che presentano criticità finanziarie rilevanti ed assicurano a fatica i servizi essenziali e le funzioni fondamentali- ha spiegato Gagliardi-Infatti, le pur ingenti risorse del piano di resilienza, non comprendono tutti i costi comunque riconducibili all’intervento, potrebbero, secondo un meccanismo perverso, risolversi in un incremento della spesa pubblica complicato da governare e reso ancor più problematico nel caso di enti in crisi finanziaria. Con l’effetto paradossale che questa forte iniezione di liquidità, ove non correttamente governata, attraverso un’adeguata programmazione, si rifletta negativamente sull’equilibrio di bilancio anziché tradursi in occasioni effettive di sviluppo, soprattutto per le amministrazioni finanziariamente più “fragili””. Un rischio tutt’altro che remoto, che per Gagliardi : “assume particolare significatività in Campania per l’elevato numero di enti (48) che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio cd. predissesto e che hanno già dichiarato il dissesto (ca. 60). Tali dati rappresentano già di per sé indici significativi della riferita fragilità del sistema delle autonomie locali campane.

I controlli di legalità finanziaria svolti nell’ultimo anno dalla Sezione hanno evidenziato, come tratto comune agli enti locali oggetto di verifica, un’elevata difficoltà di riscossione e, dunque di razionale programmazione dei flussi di entrata e una particolare difficoltà nella programmazione della spesa pubblica secondo criteri di priorità e razionalità, con il conseguente incremento dei debiti fuori bilancio”. Un tema, quello dello “scudo erariale” che viene largamente ripreso, come aveva già accennato ieri nell’incontro con la stampa, dal Procuratore Regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone: ” parrebbe giustificato dalla cosiddetta “paura della firma” che attanaglierebbe gli amministratori e dipendenti pubblici, per il timore di poter essere chiamati a rispondere innanzi al giudice contabile di eventuali danni erariali cagionati dai loro comportamenti connotati da colpa grave.

Tale timore spingerebbe gli amministratori e dipendenti pubblici a non agire, piuttosto che ad assumere decisioni delle quali potrebbero essere chiamati a rispondere innanzi al giudice contabile. In quanto Legge dello Stato, la disposizione in parola deve essere applicata e fatta rispettare. Ci sia consentito tuttavia di condividere le perplessità già espresse, in varie sedi, sulla compatibilità di una norma siffatta con il complessivo impianto dell’istituto della responsabilità amministrativo-contabile per danno erariale, come delineato dalle norme vigenti e interpretato dalle sentenze della Corte costituzionale (n. 371/1998 e n. 340/2001), così come la sua dubbia compatibilità con la normativa comunitaria”.

Per il Procuratore Giuseppone infatti: nell’ottica di un corretto e proficuo utilizzo delle ingentissime risorse (comunitarie e nazionali) che sono impiegate per rimediare ai guasti prodotti dalla pandemia al tessuto economico sociale del Paese, allentare le maglie della responsabilità amministrativa per danno erariale, anziché potenziarle, parrebbe porsi in antitesi con tali finalità e potrebbe rappresentare un incentivo ad un uso non consono delle risorse pubbliche, del quale, peraltro, anche l’Unione Europea potrebbe chiamare il nostro Paese a rendere conto.

Abbiamo tutti avuto modo di leggere sulla stampa notizie poco edificanti, foriere di spreco di ingenti risorse pubbliche.

Mascherine di protezione acquistate dallo Stato ma non omologate a tale uso, banchi scolastici acquistati ma inutilizzati perché non rispondenti alle norme fraudolento utilizzo di fondi derivanti dalla normativa sulla ristrutturazione edilizia. A tal proposito, ci si permetta una semplice riflessione. Se in tali vicende dovessero emergere responsabilità di amministratori o agenti pubblici, per condotte gravemente colpose collocabili dopo il 17 luglio 2020 e fino al 30 giugno 2024, nessuno di questi soggetti potrà essere chiamato a rispondere dei danni erariali cagionati, innanzi al giudice contabile, le cui conseguenze rimarranno pertanto a carico dello Stato, ossia di tutti noi”.

Non mancano neanche i numeri del 2023 per la Procura Regionale della Corte dei Conti: “Nel corso dell’anno 2023, la Procura Regionale ha disposto l’apertura di 3.241 nuove istruttorie e ha proceduto alla archiviazione immediata di 1.404 denunce o segnalazioni, in difetto delle condizioni previste dalla legge per poter aprire un nuovo fascicolo.

Inoltre, 2.853 denunce-esposti presentati nel 2023, si riferivano a fascicoli già aperti e pertanto, sono state agli stessi associati. Nell’anno trascorso sono state operate 653 archiviazioni di istruttorie pendenti, 2 archiviazioni dopo l’emissione dell’invito a dedurre, e sono stati altresì archiviati 670 decreti di equa riparazione per irragionevole durata del processo di cui alla L. 24 marzo 2001 n. 89 (c.d. “Legge Pinto”).

Sono stati emessi 84 atti di citazione (con 150 convenuti in giudizio) contestando danni erariali per euro 26.413.029,23.

La Procura ha richiesto 6 sequestri conservativi ante causam per un importo di euro 4.868.199,36. Sono state altresì emesse 4 istanze per resa di conto giudiziale nei confronti di agenti contabili inadempienti. Sono stati resi 9 pareri su altrettante richieste di attivazione del rito abbreviato previsto dall’art. 130 del Codice di giustizia contabile (D. Lgs. n. 174/2016).

Sono state presentate 8 istanze di proroga del termine per emettere l’atto di citazione, e sono state rilasciate 227 deleghe istruttorie a Forze di polizia.

Nel corso del 2023 l’Ufficio ha formulato 1.655 richieste istruttorie, ha emesso 81 inviti a fornire deduzioni (con 209 destinatari) ha tenuto 103 audizioni personali, ha partecipato a 49 udienze.

I fascicoli istruttori pendenti al 31 dicembre 2023 sono risultati essere 8.601. La Sezione giurisdizionale ha emesso 55 sentenze di condanna per un ammontare di euro 11.630.787,70. La Procura ha presentato 21 atti di appello avverso altrettante sentenze di primo grado”.

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