Foglia sull’Asi: “Pd falsi moralisti, chiaro che sono inconsistenti”

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Pietro Foglia, esponente dell’Udc e presidente uscente dell’Asi di Avellino replica alle dichiarazioni della segretaria del Pd, Caterina Lengua, in merito alla questione del nuovo consiglio di amministrazione dell’ente. Il consigliere regionale fa una disamina puntuale e precisa e chiarisce molti aspetti. “La Lengua si erge a difensore delle legalità quando lei e il suo partito fanno i blitz per conquistare il potere. Legittimamente ci siamo riuniti per il rinnovo senza fare forzature. Che Pdl e Udc stiano dimostrando il buongoverno è sotto gli occhi di tutti, il Pd invece anche in questa occasione dimostra l’inconsistenza politica. Aggiungo che dicono anche bugie, il giorno della prima convocazione ero presente insieme ad altri, chi non si è presentato sono i loro referenti”. Poi va nello specifico sulla nomina di Tancredi: “Lengua dimentica che il sindaco di Cervinara, già da tempo era nella nostra coalizione, tanto è vero che al Comune era schierato proprio contro la Lengua. Quindi parlare di trasformismo mi sembra alquanto stupido. Infine Cervinara meritava un ruolo all’interno del consiglio poiché punto cardine dell’area Asi e chi meglio del suo primo cittadino può tutelare la Valle Caudina”. Non manca poi la stilettata sulla questione rifiuti: “Consiglio di girarsi al proprio fianco quando parla di rifiuti. Non so che mestiere svolge la Lengua, ma basta che dia una occhiata alla Legge promulgata dalla Repubblica Italiana che ha avuto anche il voto a favore del senatore con il quale si accompagna. Sull’emendamento votato in Regione voglio chiarire che dà maggiori poteri alle Province e quindi l’apertura di eventuali nuove discariche, che non ci saranno, passa per la concertazione con gli Enti locali”. Foglia, poi conclude: “La finiscano di fare i moralisti. Quando nel 2008 fecero l’assalto all’Alto Calore, alle varie Comunità montane sembravano i novelli conquistatori, oggi si ritrovano senza consenso, senza credibilità, con un pugno di mosche in mano, segno della loro inconsistenza politica”.

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