Focus sul personaggio – Calori: dal castigo alla Juve alle sliding doors con l’Avellino

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Alessandro Calori

L’ultima giornata riproporrà un confronto tra Brescia e Avellino a ruoli invertiti rispetto a sette anni fa quando Calori guidava i biancoverdi già retrocessi.

A volte ritornano, e anche in maniera assai curiosa. La storia di Alessandro Calori con l’Avellino è stata breve e culminata come peggio non poteva, ovvero con la retrocessione in Lega Pro successivamente resettata dal ripescaggio. Calori adesso allena il Brescia, prossimo avversario della formazione di Massimo Rastelli, che come l’Avellino della stagione 2007/2008 è retrocesso alla penultima giornata e affronterà i lupi in quello che sarà un remake a ruoli invertiti degli ultimi novanta minuti del 2008.

Era l’1 giugno: al “Partenio-Lombardi” si affrontavano i biancoverdi di Calori retrocessi una settimana prima a Bari – la partita delle lacrime di Domenico Di Cecco – e le rondinelle già sicure di un posto nei play-off, il quinto, da difendere dalle velleità del Pisa (allora il format della B prevedeva due promozioni dirette ed una via play-off a quattro squadre). Per la cronaca finì 1-1, botta e risposta consumato nei primi dieci minuti per effetto delle reti di Andrea Rispoli per i lombardi e di Alessandro Pellicori per i lupi.

A sette anni di distanza, gli attori sono gli stessi, ma si sono scambiati i copioni: è l’Avellino ora fare la voce grossa nei rapporti di forza che vedono la Leonessa annichilita e già con la testa alla ricostruzione dalla Lega Pro.

E Calori? Funge da protagonista del presente e del passato nell’atroce (per lui) fenomeno delle sliding doors che ha come denominatore comune il rammarico per non essere riuscito ad interpretare al meglio il ruolo di traghettatore. In Irpinia, l’ex difensore raccolse 14 punti in 13 partite – 8 dei quali soltanto nelle prime 4 – dopo essere subentrato a Guido Carboni alla 30^ giornata. Al Brescia, la media punti è pressoché identica, visto che finora Calori ha collezionato 16 punti in 15 gare.

Il destino si è preso gioco proprio di lui, arbitro dello scudetto del 2000 finito nelle mani della Lazio per mezzo della sua rete che castigò la Juventus a Perugia. Da artefice della beffa a beffato negli anni a seguire. E’ lo strano destino di Alessandro Calori uscito dalla storia dell’Avellino a testa bassa e pronto a rientrarci, anche se solo per una partita, allo stesso modo. E’ la ruota impazzita del calcio o meglio un brutto scherzo giocato delle porte girevoli.

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