Si prospetta una stagione intensa per il comparto metalmeccanico irpino. Nomi di punta come Fma, Irisbus, ma anche Almec e Valeo sono alle prese con importanti cambiamenti che tendono a migliorare in alcuni casi posizioni aziendali già consolidate, in altri invece a rilanciare il futuro di scenari ancora incerti. Il segretario della Fim Cisl, Giuseppe Zaolino, fa il punto della situazione delle principali realtà della provincia irpina, ribadendo che la formula per andare avanti è quella della ‘collaborazione’.
Partiamo dalla Irisbus di Flumeri: alcuni giorni fa l’accordo per il rilancio dell’Iveco. Le linee guida sono svecchiamento delle risorse e potenziamento della produzione. In cosa consiste esattamente l’intesa e quali obiettivi intende realizzare nel medio termine?
“Si prevede, attraverso situazioni nuove, di creare le condizioni per lo svecchiamento di circa 100 maestranze. Trentacinque precari sono stati già assunti a Brescia e dal primo marzo 2008 torneranno in Ufita con il posto assicurato e a tempo indeterminato. Attraverso la mobilità incentivata verso la pensione e la postilla di avvicendamento padre-figlio si prevedono infine altre giovani assunzioni. Ma non solo: la vera scommessa è sulle nuove produzioni. Da gennaio c’è in programma un nuovo incontro per completare il trasferimento di lavorazione – da Francia e Repubblica Ceca – di nuovi autobus che contribuiranno alla politica di nuove assunzioni. A partire dal prossimo anno ci saranno dunque 4 nuovi modelli da produrre. Questo accordo dimostra la voglia di Fiat di cambiare in un’area, quella Ufitana, dove si dà lavoro a circa 900 persone. E dove la Irisbus, presente da 51 anni, figura tra le aziende più ‘vecchie’ in Italia. Ma la lacerazione sindacale non aiuta. Per il rilancio di una grande fabbrica occorrono grandi responsabilità”.
Spostiamoci a Nusco: il passaggio di mano della Almec, in corso di Cassa Integrazione, al gruppo tedesco Bavaria quali prospettive di crescita dà all’azienda?
“Sicuramente immediate: il gruppo dispone al momento di 4 mila addetti e 15 stabilimenti in tutta Europa. I 120 lavoratori su 300 in cassa integrazione con il nuovo piano industriale scendono a 40, riducendosi di 2/3. L’obiettivo è quello di raggiungere l’azzeramento nei prossimi mesi”.
Non è invece andato in porto l’accordo romano che prevedeva per la Valeo di Pianodardine la mobilità lunga per 60 lavoratori dopo il drastico ridimensionamento delle maestranze. Solo per 20 di loro è prevista l’uscita dalla fabbrica con ‘parcheggio’ di 7 anni fino alla pensione. Quali sono le soluzioni alternative all’orizzonte?
“Per Cablauto una novità c’è. E lo zampino è sempre tedesco. Ci sarebbe infatti un altro gruppo teutonico, il gruppo Leoni – la trattativa è in corso – intenzionato ad avviare con la multinazionale francese l’acquisizione di tutti gli stabilimenti italiani del gruppo, tra cui il nostro. Ma l’esito è ancora incerto. Dunque, al di là dell’intenzione di riorganizzare la fabbrica per attività produttive e magazzino avanzato per assicurare il posto a circa 90 operai, questo fatto porta nuove speranze di lavoro e di commesse”.
Infine, Fma: come si sta muovendo lo stabilimento Fiat dopo la ripresa della pausa estiva?
“L’attività aziendale è ripresa alla grande con la produzione del nuovo motore 1006 Jtd, pronto a rivoluzionare la cilindrata su diesel dei modelli Fiat. Potente, elastico, economico: ha le caratteristiche per sfondare. E dà ulteriori prospettive di crescita e occupazione a quello che rappresenta il fiore all’occhiello dell’Irpinia metalmeccanica”. (di Antonietta Miceli)
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