“Fiume” diventa il simbolo delle atrocità contro i cani.

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Funerale cane impiccato
Funerale cane impiccato

Diventerà il simbolo delle atrocità contro gli animali, “Fiume” il cane impiccato con una corda al collo nei pressi di un ponte a Montemiletto.

E’ difficile dimenticare le immagini apparse su giornali, siti di news e social network del povero cane trovato impiccato lo scorso 9 marzo a Montemiletto dall’Associazione Proposta Concreta che denunciava alla stampa l’accaduto qualificando l’atto come “ignobile e spregevole” e commesso da un “delinquente” dotato di “malvagità criminale senza precedenti”.

Il povero cane, domenica mattina, sarà cremato e le sue ceneri saranno custodite nel cimitero baianese “Il riposo di Snoopy” a cura dell’associazione Proposta Concreta di Montemiletto

Subito si mobilitava l’intero mondo animalista a cominciare da ANPANA che, solo una quindicina di giorni prima, aveva denunciato un analogo episodio avvenuto nel territorio di Monteforte Irpino e, per bocca della referente irpina Anna Vitale si dichiarava pronta ad adire le vie legali per entrambi gli episodi.

E’ di queste ore la notizia che anche l’ANPANA e l’AIPA hanno congiuntamente dato mandato all’avv. Claudia Marruzzo per adire le vie legali con una denuncia contro ignoti.

“Abbiamo deciso di agire – spiega Anna Vitale dell’Anpana – perché è necessario un gesto forte e concreto per stroncare questi comportamenti patologici e criminali e, al tempo stesso, porre nuovamente l’accento sul problema della cattiva gestione del problema del randagismo al Sud e anche sull’operato delle associazioni che devono operare nel rispetto delle leggi. Promuovere l’adozione di un cane privo di microchip, farlo spostare da dove è stato ritrovato fino ad altre regioni italiane in maniera informale non è agire nel rispetto delle leggi. Chi fosse a conoscenza di qualche elemento utile per le indagini o su altri episodi analoghi ci contatti pure”.

Sul piede di guerra anche l’AIPA di Atripalda, che gestisce l’unico canile comunale della provincia di Avellino, la presidente Angela Luongo denuncia la “giustizia fai da te” che alcuni cittadini si fanno rispetto ai randagi causata dall’insufficiente lotta al randagismo da parte dei sindaci dei comuni irpini.

“Anagrafe canina e sterilizzazione a tappeto sono gli strumenti che la legge regionale n. 16 stabilisce per la lotta al randagismo – spiega la Presidente Aipa – c’è una chiara omissione da parte dei sindaci e da parte dell’ASL. Al Canile di Atripalda, riusciamo a munire di microchip, sterilizzare e affidare i cani ad adottanti, siamo l’unico canile pubblico che, a oggi, contiene circa 176 cani, lo scorso anno abbiamo affidato 67 cani ad altrettanti adottanti”.

E’ parere di molti operatori del volontariato e amanti dei cani che le dimensioni del fenomeno del randagismo, i cani abbandonati e quelli non sterilizzati creino una situazione che favorisce episodi d’intolleranza, che purtroppo sono ben più frequenti di questi attribuibili probabilmente a derive psicopatologiche.

“Ogni anno sterilizziamo oltre mille cani – dice il dott. Sossio Andreottola, Responsabile dell’Ambulatorio Veterinario di Monteforte Irpino destinato proprio alla lotta al randagismo – e centinaia di gatti. Soccorriamo moltissimi animali avvelenati, investiti, feriti in un lavoro che non conosce sosta. Il problema è innanzitutto culturale, i proprietari, infatti, tengono gli animali senza chip e non li sterilizzano, spesso non sanno neppure che la cagna va in calore due volte l’anno e che devono fare attenzione e farla sterilizzare se non vogliono trovarsi cucciolate indesiderate. Spesso quelli che vagano sul territorio sono cani padronali che, magari, si sono allontanati per seguire qualche cagnetta o per altre cause e, mancando il microchip, non sono più riconducibili al padrone, se poi sono femmine e non sterilizzate, il loro vagare alla fine porterà a qualche cucciolata e, quindi, ad altri randagi”.

Il dott. Andreottola – assurto agli onori della cronaca per il salvataggio, nel 2012, del cane Lenny, selvaggiamente preso a picconate e portato sul suo tavolo operatorio con il cranio fracassato e in fin di vita – annuncia, per il prossimo 28 marzo 2015 un convegno a Montoro e la partenza dal paese irpino dell’Anagrafe itinerante, iniziativa che ci si augura sia seguita anche dagli altri comuni irpini che, infatti, sono spesso privi di anagrafe canina.

“Oltre ai casi già citati d’impiccagione – dice la volontaria Katia Mauriello – vorrei ricordare i tanti randagi avvelenati a Volturara circa un mese fa, una cagnolina di pochi mesi abbandonata a Manocalzati e tanti tanti altri. La sensibilità verso gli amici pelosi sta crescendo, sono aumentate le persone che hanno adottato un randagino, c’è però l’altra faccia della medaglia, gli avvelenamenti non sono diminuiti. Anche i cani padronali possono essere in pericolo, non lasciateli liberi di vagare quando uscite in passeggiata, non fategli mangiare nulla e, se doveste avvistare qualche “polpetta” sospetta, avvisate subito le autorità competenti che provvederanno alla bonifica del luogo. Per ridurre il randagismo serve l’intervento concreto dei comuni, la sterilizzazione delle femmine, il censimento dei cani padronali e la lotta all’abbandono dell’animale: il cane non è un giocattolo di cui disfarsi”.

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