«Se non avremo una risposta immediata dal Governo, siamo pronti a scendere in piazza con i nostri allievi», è il
messaggio che ha concluso la serrata nazionale delle autoscuole contro l’introduzione dell’IVA al 22 per cento sulle patenti e il recupero retroattivo dell’imposta sugli ultimi cinque anni decisi dall’Agenzia delle Entrate il 2 settembre scorso. Duemila titolari di autoscuole da tutta Italia hanno fatto massa critica al centro congressi dell’hotel Mantegna di Roma per sostenere una «battaglia che sarà lunga e che necessariamente deve arrivare sino a Bruxelles», hanno ribadito Emilio Patella, Segretario nazionale delle Autoscuole Unasca, e Paolo Colangelo, Presidente di Confarca.
«Sono già centinaia gli accertamenti che ci vengono segnalati dai nostri associati – hanno detto Patella e Colangelo – in tutta Italia per il 2014, che devono essere chiusi entro dicembre. Questo ci obbliga a chiedere con fermezza al Governo di intervenire urgentemente prima che le nostre imprese siano messe in ginocchio», hanno detto Emilio Patella e Paolo Colangelo, responsabili nazionali per le autoscuole, rispettivamente, associate a Unasca e a Confarca.
In platea al Mantegna, anche Carmela Grippa, Emanuele Dessì e Diego De Lorenzis (M5s), Deborah Bergamini e Roberto Novelli (Forza Italia), e Marco Osnato (Fratelli d’Italia). Le due associazioni di categoria hanno preparato un documento di lavoro da sottoporre alle commissioni Finanze di Camera e Senato. «Sia chiaro che il fronte di questa battaglia è la retroattività sugli ultimi cinque anni di bilanci delle autoscuole, ma non accettiamo nemmeno l’introduzione dell’aliquota al 22 per cento. Siamo insegnanti, rivendicheremo la nostra specificità. Le autoscuole vogliono vivere e continuare a formare alla sicurezza stradale. E per farlo siamo pronti a scendere in piazza con i nostri allievi».