Fiorella delle meraviglie, un concerto da ricordare

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A sipario chiuso – Se ben ricordo, eccezion fatta per la stagione 2008, aperta dalla straordinaria prova d’attore di Giorgio Albertazzi, il Gesualdo ha privilegiato, praticamente da sempre, inaugurazioni all’insegna della musica.

E nonostante i distinguo e i borbottii dei puristi che non ritengono consona la presenza di concerti in una rassegna dedicata al Grande Teatro, questa consuetudine ( ..bella intuizione ) è assurta a consolidata tradizione, regalando e di continuo, successo e il tutto esaurito.

Non a caso, e di solito, i concerti dei grandi artisti, dei big, garantiscono una grande partecipazione, fondendo e mediando due diverse esigenze, quella del pubblico, fedele depositario di una memoria storica che, puntualmente, ricerca il già sentito, il già ampiamente metabolizzato e divenuto proprio da accompagnare con il ricordo e con il cuore, e l’esigenza dell’artista, alla continua ricerca di diverse rappresentazioni del proprio Io.

Per questo siamo in teatro, il teatro che evidenziando il bisogno di spazi più raccolti e di un dialogo aperto e diretto con il pubblico, di un confronto sincero, faccia a faccia, occhi negli occhi, ci consegna un concerto puro e senza trucchi.

Una dimensione minimale, senza inutili accessori e fronzoli, inopportuni e vacui decori di una Mannoia dalla elegantissima gestualità che esalta passi di danza, a volte accennati a volte liberamente “sfogati” unitamente al pubblico entusiasta che si esalta sulle note dei classici di sempre, sottolineati da ripetuti applausi a scena aperta.

E’ un continuo pentagramma, fatto di momenti intimi, attimi di vita, cantati, quasi detti, con semplicità, di idee e di intuizioni raccontate da canzoni, belle canzoni, canzoni appassionate, canzoni d’autore, cucite alla perfezione sulla sua voce, calda, unica, che colora di mille sfumature un inesauribile rosario di dettagli, di parole, di pensieri, di riflessioni, di frammenti del suo mondo che adagio e lentamente assomiglia sempre più al nostro, di mondo.

Così la musica assume il carattere e il prestigio di una immaginaria colonna sonora di ossessioni, di centinaia di visioni e di film, un film per ogni spettatore, un film personale, ognuno diverso, ognuno unico, ognuno da ricordare e da rivedere nell’ intimo, ognuno con una ” unica” scena madre.

E come non ricordare le due ” perle ” di Paolo Conte che regalano alla Mannoia e ai suoi straordinari musicisti ” due jam session “di  inusuale e sorprendente durata, di grande musica, di virtuosismo, di entusiasmo trascinante, in un indimenticabile  tutti insieme, Fiorella, i musicisti, il pubblico , gli applausi , i “Brava” , i “Bravi.

Sarà un concerto, solo un concerto, null’altro che un concerto…ma un GRANDE CONCERTO…..e da ricordare.

  • Foto di Luca De Ciuceis per il Teatro Gesualdo –

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