“Alto Calore deve fare chiarezza sulle perdite della rete idrica: sono reali oppure, come qualcuno ipotizza, ci sono bypass operati a monte dei contatori di alcuni comuni che alimentano impropriamente attività sia private sia pubbliche?”. Il giorno dopo la rottura della condotta di Cassano, Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, pretende trasparenza. “Fughiamo ogni dubbio perché se si riscontrasse che le captazioni sono irregolari, si dovrebbero riprogrammare gli investimenti che, in tal caso, non avrebbero lo stesso impatto sul costo totale”.
Quindi l’appello: “I sindaci e tutti i soci tutti valutino attentamente la situazione prima di avallare la ricapitalizzazione e la modifica statutaria. Sappiamo bene che sono necessari investimenti, ma Acs deve assolutamente chiarire la situazione”.
Molti comuni lamentano la mancanza di risorse per acquisire le quote. Il segretario della Camera del lavoro prevede: “Tra qualche anno sarà anche peggio. Infatti, se sono questi gli scenari, la tariffa sarà molto più cara e gli irpini si dovranno accollare i costi delle opere che dovrebbero risolvere i problemi quantizzati in 60 milioni di euro da parte della Regione e oltre 50 milioni da ricapitalizzazione”. I
n sostanza, Fiordellisi sottolinea che per quanto «siano importanti gli investimenti» risulta «indispensabile dimostrare che progettazione e dispersione siano reali». Per questo «gli organi preposti verifichino che la concessione possa continuare senza incorrere in violazione delle norme europee, del Codice degli appalti e dell’Anac. Comunque, anche contro la nostra linea, purché sia tutelata l’acqua pubblica e i cittadini non escludiamo la possibilità di commissariamento con intervento del Governo».
Quindi ricorda: «Dopo la convocazione, del 21 dicembre, dell’Assemblea dei soci per discutere della ricapitalizzazione, della modifica statutaria e dell’istanza di responsabilità dei Cda e dirigenti dal 2004 al 2016 fatta dal Comune di Avellino non ci sono stati risvolti positivi. La ricapitalizzazione è motivata dal rischio fallimento per debiti e dalla necessità di nuovi investimenti per essere in linea con quanto stabilito dall’Autorità nazionale (Arera): si tratta di 60 milioni di euro di investimenti spalmati su 3 anni, con appunto anche la ricapitalizzazione fino al 2024 di cui 25 nel 2019 e 27 milioni negli anni a seguire».
«Più volte la Cgil, ha sottolineato che l’acqua deve rimanere pubblica: la possibilità che quella irpina possa essere gestita diversamente è un affronto alla democrazia e ai cittadini che si deve evitare. La riorganizzazione aziendale con accorpamento della Patrimonio e servizi, prevedeva il piano di investimenti, con la tutela dei conti mal messi, cosa fatta a fronte dell’aumento della tariffa innalzata i questi ultimi 2 anni».
«La rivisitazione della tariffa doveva servire per avviare il percorso di tutela con una vera azione riorganizzata che mettesse in sicurezza la proprietà interamente pubblica, in tal senso andavano gli accordi di prepensionamento, la dislocazione di parte del personale, la ridefinizione di alcune procedure tra cui l’esternalizzazione del recupero crediti, così come la più volte richiamata e mai effettivamente perseguito il potenziamento delle letture, tutte queste cose dovevano portare a trovare le risorse e scrivere con Ato il nuovo piano d’ambito».
«Abbiamo, in questi anni. più volte sollecitato lavoratori e soci a mettere in sicurezza l’acqua e quindi l’azienda pubblica Alto Calore, ma dobbiamo dire per tare antiche di potentati e di parentado politico clientelare, siano stati inascoltati, ma on per questo demordiamo nel chiedere che l’acqua resti pubblica anche nella gestione e nel Servizio Idrico Integrato ovvero dalla rete idropotabile alla gestione delle fognature e depurazione, nel pieno rispetto della volontà popolare e nel rispetto dell’Irpinia quale principale bacio idrografico del Sud Italia».
«In un simile contesto – ribadisce Fiordellisi – non sfugge che fugare i dubbi rispetto alle captazioni improprie che verrebbero ascritte in generiche perdite per reti colabrodo, permetterebbe di avere certezze verso il Piano investimenti vigente e che a fronte della modifica dello statuto porterebbe a ridefinire l’effettivo valore degli investimenti».
«È fondamentale essere trasparenti perché se il nuovo gestore sarà privato e gli investimenti saranno parametrati su dispersioni idriche non congrue, le tariffe calibrate anche sui relativi investimenti non si riduranno mai, ma si stabilizzeranno con un lievissimo ma costante aumento fino alla fine della restituzione della quota capitale investita dal privato».
«In sostanza – conclude il segretario generale della Cgil – vogliamo evitare che a pagare siano sempre e soltanto i cittadini e i lavoratori. Quindi pretendiamo il rispetto delle regole e massima trasparenza a ogni livello».