Domani, lunedì 15 ottobre alle 10 presso il convento Santa Chiara a Solofra, si svolgerà il terzo congresso provinciale della Filctem Cgil Avellino con il segretario uscente e attuale segretario generale della Cgil irpina Franco Fiordellisi e il segretario organizzativo della Filctmen Cgil di Avellino Carmine De Maio. Saranno presenti Sonia Tosoni Filctem Nazionale Responsabile Concia e Raffaele Paudice Coord. Filctem Cgil Campania. Invitati Confindustria Avellino, Unic Campania, Responsabile Cna Solofra, la direzione della Stazione sperimentale, Legambiente, i comitati cittadini, politici e amministratori locali.
“Al centro del dibattito – dice De Maio – ci saranno le tematiche che quotidianamente incidono sul territorio irpino, che si sommano alla crisi decennale e all’assenza di azioni concrete da parte dei vari dei governi. Sono mancati, in questi lunghi anni, progetti e attività legislative a tutti i vari livelli: il perdurare della crisi ha quindi cambiato profondamente i lavoratori e i cittadini, facendo emergere tutte le contraddizioni umane, economiche e sociali con l’avanzare della disoccupazione, della povertà connessa anche al lavoro sommerso. Tutte condizione che hanno accentuato la desertificazione umana e aziendale”.
“La Filctem rappresenta i lavoratori dell’energia, della moda, della chimica e della manifattura di conseguenza ha un osservatorio privilegiato su settori strategici, potendo valutare competitività e capacità di prevedere modelli industriali innovativi ed ecosostenibili, impostazioni dei futuri modelli energetici, consistenza e tenuta delle filiere industriali, problematiche ambientali e sociali dei siti dismessi, valutazioni che ci permettono di dare un contributo di merito, che in questi anni su le tante vertenze industriali e criticità ambientali non abbiamo fatto mai mancare, anche se molte volte ci è sembrato di combattere contro i mulini a vento”.
“I territori – conclude il segretario organizzativo della Filctem – della nostra provincia scontano gravi lacune strutturali e di servizi, frutto dell’immobilismo, che rendono difficile vivere, lavorare, fare impresa, studiare, curarsi, formare una famiglia non a caso ogni anno vanno via 2mila cittadini, dei quali la maggioranza sono giovani under 35 e laureati, ovvero coloro che dovrebbero rappresentare il futuro dell’Irpinia”.