Fierro: “La segretaria Lengua ha creato danno di immagine al Pd”

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Ormai è bufera nel Partito Democratico irpino. Lucio Fierro scrive alla commissione di garanzia per sollevare un caso contro la segretaria Lengua ma fa seguito all’estromissione di Francesco Todisco. Il ricorso contro Caterina Lengua è per violazione del Codice etico del PD nel punto 2 della premessa e nello specifico del punto 5 del sub 2) per aver gravemente leso l’immagine pubblica del PD falsamente dichiarando l’avvenuta approvazione da parte della Direzione Provinciale del bilancio consuntivo 2012 e dandone comunicazione alla stampa in presenza di un voto che sanciva la diserzione della seduta. “In data 31 luglio 2013 si è riunita la Direzione del PD convocata con avvisi via sms quaranttottore prima, per l’esame e l’approvazione del bilancio consuntivo 2012 del PD provinciale di Avellino. Solo a seguito della protesta da più parti, con ulteriore sms del giorno dopo, si comunicava che “dalle ore 17 alle ore 20 dello stesso giorno” (salvo poi che il Tesoriere si è presentato solo alle sei) gli atti relativi erano consultabili in sede. Gli atti consultabili si riducevano ad un prospetto sintetico del bilancio, del quale, peraltro si rifiutava di rilasciare copia, mentre non erano a disposizione gli atti connessi alla prima nota cassa che, richiesti, sono stati rifiutati. In Direzione è stato richiesto un aggiornamento di due giorni per dare modo a chi ne avesse voglia di fare le proprie verifiche; ad una tale elementare richiesta di trasparenza la Lengua obiettava con la risibile contro-proposta della sospensione di qualche minuto perché un ponderoso materiale attestante le ragioni delle entrate e soprattutto delle uscite potesse essere visionato. Nella discussione è stata posta la questione del numero legale: esso era effettivo all’inizio della discussione. Era invece venuto meno all’atto della votazione. Infatti la Lengua ha proclamato il seguente risultato: presenti e votanti, 18, con 14 voti a favore, tre astenuti ed 1 contrario. La Lengua ha considerato presente e votante, con voto favorevole espresso, Michele Langastro che non è membro della Direzione. Egli ne ha fatto parte, in quanto Tesoriere eletto dalla Assemblea, ma ne è decaduto al momento stesso che la Lengua, accettandone le dimissioni, ha proceduto alla sua sostituzione. Il numero dei presenti si riduce a 17 ed i voti favorevoli a 13. La Lengua ha considerato presente e votante, con voto favorevole espresso, Carmine De Blasio che non è membro della Direzione. Il De Blasio, infatti, per ragioni di correttezza istituzionali è invitato permanente, ma, non essendovi norme che ne prevedano il diritto in quanto Presidente dell’Assemblea, non ha diritto al voto, come non lo hanno neppure coloro che ne sono membri di diritto per precisa norma statutaria. Il numero dei presenti si riduce a 16 ed i voti favorevoli a 12. La Lengua ha considerato presente e votante Rita Caronia. Solo che la stessa, all’atto dell’abbandono del PD da parte di Galasso, come si può verificare nelle notizie di stampa, lo aveva seguito in un altro partito (Scelta civica), salvo poi a ripensarci a seguito dell’ulteriore salto della quaglia di Galasso stesso verso il PdL. Per la parabola del figliuol prodigo, possiamo anche ritenere la Caronia ancora membro della Direzione, considerando lo “scannetto” come l’agnello grasso da cucinare per festeggiare il suo ritorno. I presenti e votanti restano immutati. La Lengua dichiara che il quorum si sarebbe ridotto a seguito delle dimissioni di Tonino Boccella e Anna De Cunzo. Solo che tali dimissioni, di cui, almeno per una non è certa l’esistenza, non sono state mai accolte forse perché, se accolte, avrebbero comportato la reintegra con due membri della minoranza rappresentata dalla mozione “un senso alla nostra storia”. Il numero dei componenti della Direzione quindi resta quello fissato in 36 (35 eletti e la segretaria stessa) dalla Assemblea; il quorum per rendere valido il voto è quindi di 18+1=19 a fronte di una presenza di soli 16 membri: ne mancano ben tre! Ciò malgrado l’ineffabile Lengua, rendendosi responsabile di un falso che espone il PD di Avellino al ridicolo, ha dichiarato che il bilancio era stato approvato. La gravità del comportamento non sta solo e tanto nel tentativo di falsare il funzionamento democratico degli organi istituzionali del PD, di cui dovrebbe essere la garante; sta soprattutto nel danno di immagine che arreca al PD in una materia delicata di cui il PD si è fatto alfiere. E’ infatti nel codice genetico del PD la trasparenza, soprattutto in materia di uso delle risorse finanziarie. E’ un imperativo categorico quando il PD intende affermare la sua “differenza” nel momento in cui una tempesta qualunquistica si abbatte sui partiti per l’uso disinvolto dei fondi pubblici. La mancata trasparenza, non mettere a disposizioni le carte, non rispettare le formalità, non andare oltre la stessa legge, è danno grave, assolutamente non perdonabile. Solo per notazione: non mi risulta che sia mai stato pubblicato, durante la gestione Lengua, un solo bilancio, quando invece il Pd lo richiede come obbligo. Una segretaria che espone il suo partito a questo danno si rende responsabile e come tale va censurata. Non allego alla presente alcuna documentazione perché, come è attestato dalla copia della mail che allego, essa mi è stata rifiutata, prova ulteriore che la trasparenza non appartiene al costume morale e politico della Lengua. Avverto il peso, il gravame di compiere questo gesto. L’Italia sta di fronte ad una stretta. Il PD sta di fronte ad una stretta ed ha bisogno di ritrovare le ragioni che erano a fondamento della sua nascita se vuole presentarsi agli elettori come credibile guida per il Paese. Queste beghe da pollaio a cui siamo costretti non servono al PD, lo danneggiano. Ma l’alternativa è terribile: tacere, nascondere la faccia nella sabbia, fare come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo) di fronte ad uno sfacelo morale, ad una inadeguatezza politica di cui questa segretaria dà prova. Il rischio è che di fronte all’elettorato questa sia la faccia del PD; ed una faccia che allontana elettori per i quali il rigore è il primo dei caratteri identitari di una forza che, tra gli altri, intende rappresentare anche il “popolo della sinistra”. Tacere significa legittimare il voto ai 5Stelle e la fuga nell’astensione”.

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