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Fierro accusa Laurenzano: “Scelta infantile non farsi da parte”

“Credo che il responsabile degli enti locali del PD Nando Romano, sia abbastanza disinformato sulle questioni atripaldesi, a giudicare dal tono della sua dichiarazione tutta costruita sul “teorema” che nel PD atripaldese si sia brigato per una conclusione anticipata della consiliatura”. Così Lucio Fierro, che continua.
Sono costretto a parlarne unicamente perché, molto a torto e poco a ragione, viene diffusa ad arte una vulgata secondo la quale alle dimissioni dei quattro consiglieri del PD si sia arrivati come decisione assunta in un incontro colloquiale a cui ho preso parte. Le cose stanno ben diversamente da come le presenta Romano, il sindaco Laurenzano e la corte dei miracoli che gli fa da coro. E’ da tempo che l’amministrazione di Atripalda sta in fibrillazione. E’ implosa l’alleanza di centro-sinistra sia per una serie di riposizionamenti personali di chi aspira a sostituire Laurenzano, sia per un dissenso di fondo sui contenuti programmatici esploso almeno tra due degli originari tronconi, il PD e “Cives” . Il punto vero di scontro è, infatti, il contenuto più qualificante dell’alleanza (dare ad Atripalda un PUC capace di ri-ammagliare in un disegno coerente l’attuale condizione edificata della città e recuperare anche profondi guasti del passato dentro un progetto che guardi alla conurbazione vasta entro cui rilanciare la tradizionale funzione produttiva della cittadina sul Sabato). A questo ha lavorato con serietà ed impegno Luigi Tuccia, a cui si è inteso di impedire persino di costruire le linee programmatiche perché chi, soprattutto in “Cives”, sogna di farsi Sindaco, immagina di voler avere “mani libere”. C’è questo alla base della sfiducia votata dal Consiglio Comunale a Laurenzano in Consiglio Comunale ed è infantile e risibile il tentativo del Sindaco di presentare quel voto come un voto contro il PD e Tuccia, così vigliaccamente separando le sue personali responsabilità di capo dell’amministrazione da quelle dei suoi assessori. C’è chi, nel PD, anche senza ruoli specifici, ha lavorato per impedire che la situazione esplodesse, chiedendo a Laurenzano un atto di serietà, le dimissioni e una discussione in Consiglio su un patto di fine legislatura alla base della verifica dell’esistenza di una maggioranza a suo sostegno. C’è chi ha lavorato invece per consentire a Laurenzano di continuare a ricattare i consiglieri del PD per costringerli ad ingoiare ogni rospo in nome di una malintesa solidarietà di partito da fornire . Ad Atripalda, ove ero andato pensando di poter rilanciare la proposta di una discussione chiarificatrice in consiglio, mi sono trovato di fronte ad un documento delirante ed inaccettabile di Laurenzano che ha rafforzato in tutti (e sottolineo: in tutti e sei) i consiglieri del PD una decisione che era stata già presa da qualche settimana, di farsi da parte. Ne ho solo preso atto, convinto, peraltro, che le dimissioni, con il potere di surroga del Consiglio, lasciassero alla responsabilità di Laurenzano e di lui solo se interrompere anticipatamente la consiliatura o di andare avanti con una maggioranza raccattata non si sa su cosa o su che. E, a quanto pare Laurenzano andrà avanti, con buona pace di Romano ed i suoi teoremi… Le mie orecchie hanno ascoltato il consenso di tutti e sei a dimettersi. Se qualcuno ci ha ripensato o invece ha dissimulato è solo affare suo: la serietà è una dote che, come il coraggio per Don Abbondio, chi non ce l’ha non se la può dare…”.

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