Restituire al commissario straordinario Guido Bertolaso i pieni poteri per affrontare l’emergenza rifiuti cancellando i limiti e i veti imposti dal decreto legge e dagli emendamenti successivi. Si cerca l’intesa bipartisan alla camera per rilanciare il ruolo del commissario e metterlo nelle condizioni di decidere autonomamente come e cosa fare per uscire dall’ampasse. Lo propone l’onorevole Paolo Russo, Forza Italia, ex presidente della commissione parlamentare sulle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti, a poche ore dall’inizio del dibattito alla camera che riguarda la conversione in legge del decreto n. 61 emesso lo scorso 11 maggio. Il documento fissava le regole per affrontare lo stato di emergenza in Campania, ma fino a questo momento non è stato applicato a causa delle resistenze manifestate dalle amministrazioni locali e dalla opinione pubblica. Il decreto è stato eseguito solo per la parte che riguardava la possibilità di riaprire le discariche sottoposte a sequestro dalla magistratura: leggi Difesa Grande. Tra qualche ora potrebbe essere, dunque, votato un solo emendamento che cancellerebbe il lavoro svolto dal senato e che dovrebbe passare a palazzo Madama per la rilettura prima della approvazione definitiva. Bertolaso avrebbe un solo interlocutore nella persona del ministro dell’ambiente. Sull’accordo tra maggioranza ed opposizione si sarebbe espresso favorevolmente il parlamentare Ermete Realacci, Margherita, presidente della commissione ambiente di Montecitorio, che già una decine di giorni or sono aveva manifestato perplessità circa l’approvazione del decreto nella stessa formulazione proposta all’attenzione del senato. Dalla sua parte anche il parlamentare Domenico Tuccillo, Margherita, che chiede la massima collaborazione con le scelte individuate da Bertolaso, sottolineando che resistere significa assumersi una responsabilità gravissima per i rischi cui la popolazione viene esposta. La difficoltà è notevole, perché con l’approvazione del decreto al senato sono sorti dei vincoli, come la data di chiusura della discarica di Difesa Grande, rispetto ai quali non è facile tornare indietro. Insomma, il ripensamento potrebbe causare ancora una volta la protesta popolare.
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