Alpi – Il sindaco Festa interviene al termine del dibattito in aula sull’Alto Calore e prova a rispondere punto su punto ai vari interventi che si sono succeduti, la maggior parte dell’opposizione: dopo Santoro, infatti, hanno parlato Nicola Giordano, Ferdinando Picariello, Francesco Iandolo e Luca Cipriano. Per la maggioranza hanno preso la parola Tomasetta e Melillo. Il primo cittadino di Avellino è stato netto ed ha ribadito, a muso duro, un concetto a lui ormai caro ed ai più noto: “Per salvare Alto Calore non ci sono mezze misure: serve un manager esterno, estraneo alla politica, che metta in atto un piano serio in tutti i sensi. In questo modo, saremo anche più credibili con Cassa Depositi e Prestiti, perché oggi chi si è presentato a Roma era poco credibile, non ci credeva nemmeno lui. Il manager deve rimettere anche le cose a posto per quanto riguarda la riorganizzazione del personale. La politica lo dovrà valutare per le performance. Tranquilli, non ho il nome del manager in tasca”.
“Convocherò a breve un tavolo per richiedere a Cassa Depositi e Prestiti una somma sufficiente per salvare Alto Calore, proponendo un piano diverso del piano Pozzoli. Si va poi tutti insieme a Roma, anche con la deputazione. Una volta che si sancisce un piano, si dovrà seguire il piano. Ciarcia non è il problema, né la soluzione. Va cambiato il modello”.
Il sindaco ha ricordato di essere stato, in aula, da consigliere comunale, promotore di mozioni a difesa della gestione dell’acqua pubblica “in momenti difficili. Oggi parlare di pubblicità dell’acqua è molto più semplice risetto al passato, è quasi una moda”. Riferisce, Festa, di aver percorso la strada dell’azienda consortile speciale, avendone parlato con Alberto Lucarelli, che ha condotto l’Arin alla trasformazione. “Ma non è una strada percorribile”, afferma.