Avellino – Mentre l’Italia ricorda il “risveglio della coscienza nazionale e civile nella riscossa contro gli invasori”, la città di Avellino finisce per dimenticare la Liberazione. Il 25 aprile 2006 passerà alla storia come l’anniversario della ‘distrazione’ di Comune e Provincia. Le due massime istituzioni irpine non hanno, infatti, messo in programma celebrazioni ufficiali a ricordo della rivolta partigiana contro le truppe di occupazione tedesche e contro la dittatura nazi-fascista. Nessuna cerimonia ha commemorato in città il sacrificio di tanti giovani che hanno contribuito alla nascita della democrazia repubblicana. Quel “secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari”, come lo definì il Presidente Pertini, non ha avuto il giusto riconoscimento dalle istituzioni locali, probabilmente troppo impegnate nella gestione delle querelle interne. Strappi e disequilibri che, ancora una volta, finiscono per offuscare questioni molto più importanti. Insomma, mentre il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi presiedeva alla solenne cerimonia nel cortile del Quirinale, gli amministratori e i politici irpini erano con ogni probabilità alle prese con documenti rappacificatori, mediazioni e quant’altro. Ma la Liberazione non è solo giorno di festa. È una ricorrenza dall’alto significato storico e simbolico per chiunque abbia a cuore i temi della concordia nazionale e della pace fra i popoli. Come dire… non sarà stata ricordata ufficialmente, ma speriamo sia di ispirazione a quanti prediligono ancora la via del confronto e del dialogo. (mari.mo)