Ferragosto, Mancusi: “Dai consiglieri, lezione di diritto che non serve alla città. Mai pensato alle dimissioni”

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Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo, suggeriva l’amico Ettore Barra ricordando le parole di Gandhi”. Michela Mancusi, assessore alla Cultura, apre in questo modo la sua valutazione sul suo operato finora, ma anche su quanto sta accadendo in questi giorni in città

“Parole che sono “lezione viva” sulla necessità che la trasformazione della società e della res publica passi attraverso una trasformazione interiore, personale, umana. Parole che hanno guidato i miei passi nelle prime settimane del mio mandato come Assessore.

Questi i fatti.
Appena insediata – spiega Mancusi – ho individuato un metodo di lavoro che fosse idoneo a raggiungere da subito risultati, stante l’imminenza del Ferragosto e la necessità di approntare un programma. Ho scelto quindi un “metodo orizzontale”, accettando tutte le richieste pervenute al Protocollo Cultura senza discrezionalità. Grazie al contributo volontario di associazioni, Pro loco e singoli cittadini, è nato il primo cartellone “Vento d’Estate 2018”. Alla società civile la mia gratitudine! Quanto alle richieste che comportavano un costo, ho lavorato per arricchirle di contenuti e per ridimensionarle nell’impegno economico.

È nato il progetto “Avellino Cult” – spiega l’assessore – coperto finanziariamente da fondi regionali che, non investiti, sarebbero andati persi. Ho lavorato nella programmazione di eventi culturali da tenersi da agosto a dicembre, tutto nell’ottica della connessione tra capoluogo e provincia, tra periferie e centro, tra tradizione e innovazione.

IL DIALOGO
Con i capigruppo appena nominati – prosegue Mancusi – fin da subito ho avviato un dialogo istituzionale, esponendo i progetti e le prospettive culturali e sollecitando proposte, partecipazione e contributi progettuali. Ho chiesto di gettare il seme di quello che sarebbe stato un lavoro sviluppato in prosieguo, con l’insediamento delle Commissioni. Si è trovato un accordo. L’impegno a votare tale proposta in Consiglio, preso in conferenza dai Capigruppo, è stato invece disatteso.

IL PERCHE’?
È stata sollevata una pregiudiziale, passata a maggioranza dei votanti, che ha messo in dubbio la legittimità del procedimento seguito per la variazione di bilancio – ricorda Mancusi. Sia concesso osservare, invece, che la proposta di variazione del bilancio, che riguardava, tra l’altro, la copertura finanziaria del programma relativo al Ferragosto, aveva il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti e del Segretario Generale, in sostituzione del ragioniere che in questi giorni non è in servizio, erroneamente indicato come autore del parere nella pregiudiziale.
Organo naturale deputato ad adottare la variazione di bilancio è ai sensi dell’art. 175 TUEL il Consiglio comunale; infatti, ai sensi del comma 2 art. 175 TUEL le variazioni al bilancio sono di competenza dell’organo consiliare e quindi non della Giunta, che invece può (e non “deve”, quindi, come erroneamente sostenuto nella pregiudiziale approvata) adottare variazioni “in via d’urgenza” con successiva ratifica dell’organo consiliare, come prescrive il successivo comma 5.

Il procedimento seguito, quindi, era del tutto corretto  – sottolinea Mancusi. La città però non aveva bisogno di una lezione di contabilità pubblica, di diritto degli Enti Locali, di diritto costituzionale che, di fatto, ha privato la cittadinanza del Festival della letteratura per ragazzi, del cinema nei quartieri, di una piazza più viva e partecipata. Mi si dirà che questo è il ruolo dell’opposizione, il gioco della politica e dei numeri. No, la politica deve e può essere altro se recupera nella prassi quell’intelligenza umana perduta.

Sono consapevole di essere di passaggio, il mio mandato finirà e tornerò a dividermi tra il Tribunale e il Cinema e quando ripenserò a questi giorni ne riassaporerò la preoccupazione. Non di certo preoccupazione per il ferragosto, una festa che gli Avellinesi si aspettano, ma della quale sono certa che possano fare a meno, ma preoccupazione per una cultura politica che va in direzione contraria alla necessità di costruirsi e costruire insieme.
Ed è per questo che con rinnovata fiducia nell’umano, l’unico cartellone che mi piacerebbe vedere è quello che inviti tutti ad un nuovo umanesimo della politica, che recuperi il senso del bene comune perché se non è così, nè oggi né mai ci sarà speranza di rinascita per la nostra città.

DIMISSIONI?
Mai ho pensato di dimettermi. Ho l’obbligo morale di dare vita al mio mandato istituzionale. Sono al servizio della città che merita di volare alto”, conclude l’assessore Mancusi.