PAGO VALLO LAURO- Ergastolo con due mesi di isolamento diurno.
Dopo tre ore di camera di consiglio i magistrati della Terza Sezione Penale della Corte di Assise di Napoli hanno accolto in pieno la richiesta che al termine di una requisitoria durata circa tre ore avevano avanzato due settimane fa sia il pm della Procura di Nola Patrizia Mucciacito che le parti civili (gli avvocati Umberto Nappi e Francescantonio Maffettone nei confronti di Andrea Napolitano, 40 anni di San Paolo Belsito, accusato dell’omicidio di Ylenia Lombardo, la ragazza originaria di Pago Vallo Lauro massacrata, a calci e pugni, nel basso dove viveva nel comune nolano, il 5 maggio del 2021.
Alla figlia della vittima riconosciuta anche una provvisionale di centomila euro. Ieri mattina in aula le discussioni finali della parte civile rappresentata dall’avvocato Antonio Mercogliano e della difesa, gli avvocati Sabato Saviano e Antonio Marotta.
IL DELITTO DI SAN PAOLO
Un femminicidio nato dal rifiuto della vittima di instaurare una relazione con il quarantenne. Contestate all’imputato anche le aggravanti dei futili e abietti motivi. Oltre all’accusa di distruzione del cadavere e di incendio doloso con l’aggravante di aver provocato l’incendio ad un edificio abitato.
L’uomo, infatti, dopo aver adagiato il corpo della ragazza supino nella cucina del basso di Via Ferdinando Scala, come ha ricordato nella sua lunga ricostruzione dei fatti il pm Mucciaccito (che ha seguito l’istruttoria dibattimentale) aveva coperto il corpo della vittima con una valigia e della carta dandogli poi fuoco.
Il corpo della giovane mamma non fu completamente carbonizzato solo grazie all’intervento dei vicini di casa, che lo trascinarono all’esterno.
Nella stessa udienza avevano discusso per circa un’ora anche i legali della Parte civile (i familiari di Ylenia) gli avvocati Francescantonio Maffettone e Umberto Nappi. In particolare puntando, anche alla luce della articolata e lunga requisitoria del pm, sul profilo della capacità di intendere del presunto assassino di Ylenia.
Quella della condizione psichica del quarantenne è stata oggetto non solo di un incidente probatorio nel corso delle indagini ma anche di una perizia che ha concluso per la sua capacità di essere processato.