Fatturazioni false in Veneto, indagato imprenditore avellinese

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“Valpolicella” è il nome dato all’operazione condotta dalla Dia di Padova e coordinata dalla Dda di Venezia che ha portato a 3 arresti, 36 indagati, 14 perquisizioni. I reati contestati a vario titolo sono associazione di stampo mafioso, estorsione, rapina, usura, frode fiscale con l’aggravante mafiosa.

La cellula della ‘ndrangheta attiva in Veneto, con epicentro tra Lonigo e San Bonifacio, sarebbe una “locale”affiliata alla cosca autonoma costituitasi a Reggio Emilia.

Il sistema prevedeva (il più delle volte per commesse almeno in parte eseguite) l’emissione di fatture per un importo maggiore a quello reale. La fattura veniva saldata, recuperando l’eccedenza in contanti che veniva divisa tra le persone coinvolte, andando a finanziare la stessa ‘ndrangheta. Il blitz di Polizia, Carabinieri e Finanza è scattato alle prime luci di ieri. Quattordici le perquisizioni personali e di aziende nelle province di Venezia, Verona, Vicenza, Cremona, Reggio Emilia e Bologna.

Nel Veneziano è stata perquisita l’azienda con sede a Mestre, in zona Terraglio, di un avellinese di 53 anni che sarebbe coinvolto nel giro di fatturazioni false e che dunque è indagato.

“Le infiltrazioni mafiose in Veneto sono un problema importante che ci impone di mantenere alta l’allerta” – ha chiarito il procuratore capo reggente D’Ippolito.