Durante il periodo natalizio, in modo particolare, una delle maggiori attrazioni dell’hinterland avellinese è la mostra permanente dei presepi del Santuario di Montevergine, la quale riapre al pubblico il 19 dicembre 2015 dopo alcuni mesi di chiusura per lavori di ristrutturazione.
Fulcro di particolare attenzione in Irpinia è il Santuario di Montevergine, all’interno del quale si venera l’icona della Madonna Nera, conosciuta con il nome di Mamma Schiavona, le cui origini risalgono al XII secolo.
La sua struttura originaria si deve a San Guglielmo da Vercelli, che proprio qui venne e stabilì il suo eremo, un posto isolato e affascinante in cui raccogliersi in preghiera.
Il luogo, già di per sé uno dei più conosciuti poli di carattere culturale, artistico nonché religioso dell’Irpinia, ogni anno accoglie migliaia di visitatori delle più disparate provenienze territoriali negli ambienti del suo museo. In questi spazi trova posto anche la grande mostra permanente dei presepi, che nel corso degli anni è andata arricchendosi sempre di più fino a divenire una delle più ricche e interessanti collezioni italiane dedicate all’arte presepiale italiana e mondiale.
Al suo interno, infatti, è possibile ammirare non solo preziosi esempi di presepi provenienti da diverse regioni italiane, ma anche notevoli riproduzioni di opere artistiche pervenute da altre nazioni. Lo spazio espositivo è stato originariamente ricavato dalle vasche che raccoglievano l’acqua piovana e oggi si presenta al pubblico con numerose sale espositive, in un percorso sicuramente molto suggestivo.
In esse si trovano infatti alcuni rinomati esemplari artistici tra cui un presepio con episodi della vita di Gesù donato da Alfredo Marzano, un presepe romano risalente al Primo Ottocento, la Notte di Greccio, un presepe abruzzese e uno pugliese di Alberobello, un presepe raffigurante un paesaggio siciliano con i ruderi del tempio greco, il Golfo di Taormina e un altro tipico della produzione calabrese, una vigilia di Natale in una famiglia dell’Ottocento e un mirabile presepio con effetti di luce, e ancora un presepio veneziano risalente al XVIII secolo, e poi alcuni esempi di presepi di varie nazioni tra cui l’Andalusia, Argentina, la Danimarca, il Perù, il Portogallo, e ancora il presepio esquimese, vietnamita, giapponese e palestinese.
A questi pregiati esempi di presepi regionali e mondiali, ammirati da sempre numerosi visitatori, si uniscono centinaia di altri piccole creazioni presepiali che accrescono ulteriormente l’attrazione di questa particolare e unica mostra.