Nessuna volontà di creare squilibrio, ma solo la preoccupazione per una città che diventa sempre più triste. E’ quanto emerso questa mattina nella sede provinciale di via De Conciliis. Al tavolo c’erano tutti, segretari cittadino e provinciale, consiglieri comunali e assessore all’Annona, dirigenti di partito e new entry. Non manca nessuno, nemmeno il presidente Gianfranco Iacobelli e l’on. Antonio Fantini. Un incontro per rendere più solenne l’ingresso di Pino De Lorenzo e Vincenzo Sbrescia, ma anche un modo per chiarire una volta per tutte le ragioni dell’Udeur. Un Udeur che vuole parlare all’elettorato e spiegare per l’ennesima volta i motivi di una lagnanza che ha visto il Campanile di Clemente Mastella “emarginato nelle scelte e nelle decisioni”. Nessuna richiesta di assessorati, ma semplicemente la volontà del progetto di rilancio della città e naturalmente della coalizione. Un partito “aggredito” dall’opposizione e dagli stessi alleati, che “si preoccupano di fare l’analisi sul gruppo Udeur”. Ora è giunto il momento di fissare i paletti del rispetto non più unilaterale. Messaggi che vanno al sodo, indirizzati a Gerardo Adiglietti e ai compagni della compagine amministrativa. Con loro un obiettivo: portare avanti il progetto politico. Nessuna voglia di spaccare semplicemente una pausa di riflessione, che Nicola Micera non vuole chiamare “crisi” ma semplicemente “verifica”.
A chi continua a mettere innanzi la questione “poltrone”, l’Udeur di Via De Conciliis ribatte: “è una questione di metodo non condiviso”. Al di là di tutto, i nuovi ingressi significano “garanzia e trasparenza per la città capoluogo”. New entry da un nome e un cognome Pino De Lorenzo e Vincenzo Sbrescia che rimarcano ancora una volta le ragioni del proprio passaggio nel partito di centro ‘proteso alle reali problematiche del Paese: Mezzogiorno, famiglia, lavoro, giovani’.
Interventi che suonano così: restituiamo alla nostra città la sua dimensione, cominciando dalla quotidianità. E’ questo lo spirito, secondo il segretario regionale Antonio Fantini con cui bisogna affrontare la sfida del futuro essendo ben consapevoli del ruolo conquistato. “Incominciamo a far paura perché incominciamo a fare politica. Per cui il primo passo che si fa, porta dietro il linciaggio morale. Noi non vogliamo niente, ma non siamo la ruota di scorta di nessuno. Noi ci siamo. Abbiamo il dovere di dare risposte al nostro elettorato. Non siamo un partito che mercanteggia. La questione è dare credibilità alla politica recuperando il ruolo dei partiti”. E ancora “noi siamo non subalterni perciò diamo fastidio”. Fantini senza ulteriori giri di parole va al dunque: “Alle prossime politiche saremo vincenti”. (di Teresa Lombardo)