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Falsi positivi al “Moscati”, la Procura di Avellino apre fascicolo di inchiesta per epidemia colposa contro ignoti

Falsi positivi al “Moscati”, la Procura di Avellino ha aperto un fascicolo di inchiesta per epidemia colposa, contro ignoti. Ieri sono stati i carabinieri del comando provinciale di Avellino, agli ordini del comandante Massimo Cagnazzo, ad acquisire tutta la documentazione sulla vicenda dei tamponi risultati prima positivi e poi negativi eseguiti su otto dipendenti dell’azienda ospedaliera del capoluogo irpino.

I fatti si sono svolti tra il 21 ed il 23 aprile. La prima notizia era che nell’ospedale avellinese erano risultati infetti al coronavirus otto tra medici ed infermieri. Ovviamente, subito si era diffuso il panico, anche perché degli otto – due medici e sei infermieri – solo due operavano direttamente nel reparto covid. Gli altri, invece, in reparti diversi dell’ospedale, ovvero Malattie Infettive, Ortopedia, Oculistica e Radiologia.

Il 21 aprile, dunque, otto nuovi casi di positività al coronavirus in una sola seduta di laboratorio. Cosa che rese necessario un approfondimento ordinato dal manager Pizzuti al Cotugno di Napoli. La controprova fu tranquillizzante. Da Napoli, secondo le comunicazioni dell’ospedale, buone notizie: nessun positivo.

L’8 maggio il colpo di scena. Uno dei tamponi analizzati dal laboratori del Cotugno era risultato positivo al gene N. Esito ovviamente trasmesso alla direzione di contrada Amoretta. Ma dall’ospedale non è mai venuta fuori nessuna comunicazione ufficiale. Eppure, così come aveva spiegato Luigi Atripaldi, direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia del Cotugno, “il Ministero della Salute consiglia precauzionalmente di trattare come positivo chi ha solo il gene N”.

Ora l’indagine tende ad accertare se vi siano state attività o condotte che abbiano potuto contribuire alla diffusione del contagio.

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