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Falsi incidenti con pratica spaccadenti La Procura: sedici a giudizio. In aula il 7 marzo

AVELLINO- La Procura chiede il processo per sedici indagati coinvolti nell’inchiesta sui falsi incidenti con lesioni pero’ vere (in molti casi inflitte con il consenso delle vittime) condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Avellino. Il magistrato che ha condotto le indagini, il sostituto procuratore Luigi Iglio, ha chiesto il processo per questa prima tranche dell’indagine, che ha visto le iscrizioni di qualche centinaio di persone. L’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Avellino Paolo Cassano si svolgera’ il prossimo 7 marzo.

L’INCHIESTA
A fine settembre erano stati sedici gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari firmati dal pm della Procura della Repubblica di Avellino Luigi Iglio, il magistrato che ha coordinato l’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Operativi della Procura di Avellino che a giugno 2022 aveva disarticolato le tre organizzazioni attive nella citta’ capoluogo e nell’hinterland dedite alla creazione di veri e propri falsi incidenti. Undici misure cautelari notificate ad altrettanti indagati, per lo piu’ ridotte dopo la fase del Riesame ad obbligo di dimora per i principali indagati, tra cui ci sono Kevin De Vito e i fratelli Mario e Patrizio Tedesco. In totale sono 267 gli indagati per gli almeno 74 presunti falsi sinistri contestati tra il 2016 (per il gruppo di De Vito sarebbe datata giugno 2016 la prima simulazione di un sinistro) e il giugno 2022. Per la maggior parte degli indagati la Procura ha disposto uno stralcio del procedimento, per cui ci sara’ un processo diverso. La scelta dei magistrati e’ quella di partire subito con l’eventuale rischiesta di rinvio a giudizio per i presunti promotori e partecipi dell’organizzazione, undici dei sedici indagati devono infatti rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione dei falsi incidenti, tutti contestati in una sfilza di capi di imputazione che riguardano i singoli eventi ricostruiti dalle indagini andate avanti per circa tre anni da parte dei militari della Compagnia dei Carabinieri di Avellino. Nell’inchiesta, come e’ noto, sono coinvolti anche due avvocati (uno dei quali ha gia’ patteggiato la condanna) che avrebbero fatto parte di due delle tre associazioni contestate dalla Procura di Avellino.
Una delle particolarita’ delle attivita’ che sarebbero state poste in essere dai gruppi e’ relativa alla cosidetta pratica “spaccadenti”, chiamata cosi’ per la lesione o la limatura di denti e labbra per dare maggiore credibilita’ alle simulazioni di sinistri stradali. Decine i testimoni sentiti dai militari dell’Arma per ricostruire ogni incidente simulato dalle tre organizzazioni. Tutte accuse, oltre all’associazione a delinquere c’e’ lo specifico reato di truffa assicurativa (642 cp) e di falso, per la documentazione medica messa a disposizione per ottenere i falsi rimborsi e indennizzi assicurativi, che saranno al vaglio del Gup .

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