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Falsi diplomi, insegnanti e bidelli campani licenziati dalle scuole del nord

Per lavorare nelle scuole del nord Italia avevano dichiarato di essere in possesso dei requisiti necessari, ma si trattava di informazioni e documenti falsi. E ora, quattro collaboratori scolastici e tre insegnati campani, del salernitano, sono nei guai.

Scattati i primi licenziamenti e revocate diverse supplenze, in conseguenza delle indagini della Guardia di Finanza sui falsi diplomi. Le Fiamme Gialle, infatti, aveva avviato un’indagine sul personale Ata, sia bidelli sia amministrativi, in diverse scuole del nord. L’obiettivo era scoprire se fra coloro che sono stati assunti alla fine degli anni Novanta vi fossero posizioni illegittime, ovvero ottenute attraverso diplomi falsi, eventualità che potrebbe configurare diversi reati tra cui la truffa ai danni dello Stato. Tutto sarebbe partito da una denuncia anonima, ma molto circostanziata, giunta sui tavoli delle sedi regionali del Provveditorato.

Dopo il blocco con risoluzione dei contratti scatterà, da parte delle scuole, la denuncia alle Procure di competenza territoriale per dichiarazioni mendaci e presentazione titoli falsi.

Intanto, oltre ai collaboratori scolastici non in regola, si sono palesati casi al nord anche di docenti con titolo di sostegno fantasma, cioè non conforme ed emesso da enti di formazione privati. Nei guai sono finiti tre insegnanti con titolo di abilitazione irregolare, emesso da due enti di formazione privati del salernitano. Le certificazioni ritenute non conformi sarebbero state emesse prima del 2000 (anno in cui sono subentrate le Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario) da enti privati. Un sistema che avrebbe consentito alle insegnanti di scalare le graduatorie a scorrimento provinciale.

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