False residenze per il voto a Quindici, tutti a giudizio : anche il sindaco Rubinaccio

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Tutti a processo per il caso delle false residenze alle amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Quindici. Il Gup del Tribunale di Avellino Francesca Spella ha infatti accolto la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal sostituto procuratore Cecilia De Angelis e riconfermata in aula dal sostituto procuratore Vincenzo D’Onofrio, che ha chiesto per tutti i quindici imputati il processo. La prima udienza davanti al Tribunale presieduto dal giudice Fabrizio Ciccone si svolgerà il 6 marzo 2024.

LE INDAGINI
Il processo nasce dell’inchiesta condotta dai Carabinieri della Stazione di Quindici, agli ordini all’epoca dei fatti del luogotenente Giovanni Pagano, che già nel 2019 aveva avviato i primi accertamenti e che poi in seguito alle segnalazioni giunte dal Comando della Polizia Municipale di Lauro e dalle denunce di false residenze per truccare l’esito delle amministrative che in un primo momento dovevano svolgersi a maggio 2020 ma erano poi slittate a settembre dello stesso anno, aveva avviato le indagini. Una maxi denuncia per circa 116 persone (quello che partirà e’ uno stralcio, ma non si conoscono ancora le determinazioni della Procura per gli altri 101 denunciati) tutti presunti falsi residenti. A processo finisce anche l’attuale sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio. Dagli accertamenti dei militari dell’Arma e’emerso che persino in una abitazione di sua proprietà o comunque nel suo uso, ci sarebbero stati almeno 5 falsi residenti, che in realtà abitavano altrove e successivamente alle amministrative avevano riportato la loro residenza nei comuni di origine: Monteforte Irpino, Nola, Moschiano e Palma Campania. Tutti gli atti relativi alle richieste di trasferimento delle residenze erano stati acquisiti e verificati uno per uno dai Carabinieri della stazione di Quindici.

LE ACCUSE
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai quindici imputati sono quelle di Falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, falso ideologico commesso da privato in atto pubblico: falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri. Quattordici capi di imputazione per i quindici imputati. A partire dal falso ideologico commesso da pubblico ufficiale contestato al sindaco di Quindici Eduardo Rubinaccio, che in concorso con altri cinque imputati avrebbe messo a disposizione una sua abitazione, quella di Via Casa Amelia, dopo che il 24 luglio 2020 aveva comunicato con una propria nota all’ Ufficio Anagrafe e al Comando di Polizia Municipale che tutti gli accertamenti relativi alla verifica della dimora abituale di cittadini immigrati da comuni limitrofi, per scongiurare eventuali contagi a cittadini residenti nella comunità sarebbero stati condotti da lui personalmente. Per questo aveva anche compilato il modello ministeriale prestampato “Accertamento per l’iscrizione anagrafica”, omettendo però di compilare i campi relativi e confermando quella che è stata ritenuta dagli inquirenti una falsa dichiarazione di residenza dei cinque imputati insieme a lui che avrebbero avuto la residenza in casa del sindaco. In realta’, secondo la prospettazione accusatoria, solo un modo per gestire le presunte false residenze. Confermando le stesse  e omettendo nel modello specifico ministeriale di aggiungere e di compilare alcuni campi obbligatori. Stessa contestazione per un periodo che andava fino al 31 luglio 2020 anche per altri sette presunti falsi residenti.

I CASI
Dalle indagini dei Carabinieri della Stazione di Quindici sono venute fuori delle vicende “anomale”. Quelle ad esempio legate alla formazione di nuclei familiari soltanto fittizi per la Procura. Uno di questi è proprio collegato a una delle indagate , che nel luglio 2020 avrebbe attestato falsamente di risiedere in Via Casamanzi I e che il suo nucleo familiare era composto da quattro soggetti che erano residenti jn comuni diversi. Per questo non solo risponde di falsa attestazione ma anche di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. Anche perché una delle indagate iscritta tra i residenti di Quindici il 14 luglio 2020 il successivo 24 agosto 2021 aveva nuovamente trasferito la sua residenza a Monteforte Irpino, lo stesso dicasi per la presunta capo famiglia, che invece l’8 aprile 2021 aveva riportato la sua residenza a Nola. Anche Capriglione aveva trasferito nuovamente la sua residenza a Monteforte Irpino, il 18 dicembre del 2020. Stessa cosa avevano fatto anche gli altri residenti presunti falsi, tre di loro avevano riportato la residenza nel vicino Comune di Moschiano. Falsa attestazione e falso ideologico commesso da privato in atto pubblico e’ anche la contestazione a carico di quattro indagati che tra maggio 2019 e luglio 2020 avrebbero attestato di essere residenti in Via Casa Amelia 5, nell’abitazione in uso al sindaco di Quindici Eduardo Rubinaccio e che dopo il voto, il 26 ottobre del 2020 avevano riportato la loro residenza a Palma Campania.

IL COMUNE NON SI COSTITUISCE
Al momento, ma ci sarà tempo fino alla prima udienza, il Comune di Quindici, indicato come parte offesa nel procedimento non si è costituito in giudizio. Davanti al Gup nessun legale rappresentava l’ente, che è guidato dallo stesso sindaco Rubinaccio.

LA COMMISSIONE DI ACCESSO
Come è noto da metà maggio il Comune di Quindici e’ attenzionato da una Commissine di Accesso nominata dal prefetto Paola Spena su delega del Viminale per verificare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata nei contesti delle amministrazioni dei suddetti comuni.Accertamenti ispettivi che sino stati prorogati per altri tre mesi nell’agosto scorso e non sarebbero comunque relativi alla vicenda processuale delle false residenze (tra l’altro competenza della Procura ordinaria e non della Dda di Napoli). Anche se la vicenda è stata vagliata con audizioni e documentazione dalla Commissione di Accesso.