AVELLINO- Menti’ sui suoi precedenti nel corso di un interrogatorio: assolto dall’accusa di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identita’ o su qualita’ personali proprie o di altri Niko Iannuzzi. L’autore del delitto di Roberto Bembo era finito sotto accusa proprio a causa delle dichiarazioni rese nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo davanti al Gip Paolo Cassano, nel quale aveva asserito di non aver riportato condanne passate in giudicato. Una circostanza rivelatasi falsa per cui la Procura di Avellino aveva chiesto nei confronti di Iannuzzi il processo. La vicenda si è risolta davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino in sede predibattimentale, dove i difensori di Iannuzzi, gli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella hanno sostenuto che la circostanza del processo passato in giudicato potesse non essere nota all’imputato. La difesa ha anche depositato una recente sentenza della Corte Costituzionale, la 111 del giugno 2023 che ha dichiarato, come si legge ” l’illegittimità costituzionale dell’art. 64, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che gli avvertimenti ivi indicati siano rivolti alla persona sottoposta alle indagini o all’imputato prima che vengano loro richieste le informazioni di cui all’art. 21 delle Norme di attuazione del codice di procedura penale”. Le motivazioni non sono ancora note ma potrebbe trattarsi della sua prima applicazione.
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