Facebook, è reato accedere al profilo del proprio partner. Lo stabilisce la Cassazione

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La Corte di Cassazione ha stabilito che è reato accedere all’account Facebook del coniuge anche se questi ha comunicato le proprie credenziali d’accesso spontaneamente.

La sentenza arriva dalla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione, che si è espressa sul ricorso di un marito che nei primi due gradi di giudizio era stato condannato per essere entrato “abusivamente” nell’account di quella che ormai è la sua ex-moglie.

L’uomo, che in un momento di serenità della coppia aveva ottenuto spontaneamente dalla moglie le chiavi dell’account Facebook, aveva poi violato la sua sfera privata, sospettando che questa intrattenesse una relazione extraconiugale. Entrato nell’account aveva poi “fotografato” alcuni passaggi di una chat tra la donna e un altro uomo, poi aveva modificato la password del profilo, in modo tale da non permettere ulteriori accessi.

Un comportamento del genere, infatti, configura il reato di accesso abusivo nella privacy, indipendentemente dal fatto che le credenziali siano state ottenute lecitamente o meno.

La Cassazione ha dunque dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato e lo ha condannato a pagare duemila euro alla Cassa delle ammende e quasi tremila euro per la difesa della ex moglie costituitasi parte civile.