Ex Isochimica, Cirielli (FDI-AN) presenta un’interrogazione al Governo

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La lapide posta all'esterno della fabbrica

“Ho presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri Galletti, Lorenzin e Poletti per chiedere quali iniziative di competenza ritengano opportuno adottare in merito alla strage silenziosa dell’ex Isochimica di Pianodardine, in provincia di Avellino, la fabbrica che ha bonificato tremila treni delle Ferrovie dello Stato”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.

 

“Impressionanti i numeri della vicenda: 333 dipendenti, 237 malati, 20 morti, 4 decessi solo nel 2015 – spiega – Unica speranza rimane la maxi inchiesta avviata dalla procura di Avellino, che ha rinviato a giudizio 29 imputati tra cui il proprietario dello stabilimento Elio Graziano, il sindaco Paolo Foti, l’ex primo cittadino Giuseppe Galasso e funzionari delle Ferrovie dello Stato.  Il Giudice per le udienze preliminari deciderà a ottobre 2015 ma le accuse sono gravissime: disastro ambientale, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso in atto pubblico e omissione di atti di ufficio;
dalla lettura degli atti di inchiesta emerge che sotto terra, seppelliti nel cortile davanti all’ex fabbrica dove si scrostavano le pareti dei treni, ci sono due milioni e 276 mila chili di amianto di tipo blu, il più pericoloso, perché è sufficiente inalarne una sola fibra per ammalarsi; queste fibre letali sono state respirate per anni dagli operai dell’Isochimica che toglievano l’amianto a mani nude, senza tute di protezione né mascherine e con loro le hanno respirate le mogli, che lavavano a casa le tute dei mariti piene di particelle d’amianto”.

 

“Uno studio dell’ospedale «Scarlato» di Scafati – sottolinea Cirielli – ha rivelato che il 100 per cento degli operai che si sono sottoposti volontariamente alle analisi è risultato contaminato e a conclusioni analoghe sono giunte le perizie del «Sacro Cuore» e di Antonio Giordano, l’oncologo impegnato proprio nell’emergenza della Terra dei fuochi, spiegando ai magistrati che il «tempo di latenza» della malattia sarebbe scaduto in un periodo compreso tra i 20 e i 25 anni e che, dunque, il numero di morti è destinato inevitabilmente ad aumentare”.

 

“Già da anni – conclude – era stata segnalata la pericolosità del sito, che, tra l’altro, operava a meno di cento metri in linea d’aria dagli insediamenti abitativi e addirittura da un istituto scolastico, una scuola elementare, del rione Ferrovia-Pianodardine. Ogni tentativo di allarme è caduto nel vuoto e oggi sono i cittadini a pagare il prezzo di tale inaccettabile immobilismo”.

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