Irpinianews.it

Ex Irisbus, l’appello alla politica: lavoratori pronti a scendere di nuovo in piazza

operai-irisbus

ex irisbus

 

Assemblea di fabbrica ieri alla ex Irisbus di Valle Ufita.

I lavoratori della nuova realtà industriale di Industria Italiana Autobus (IIA) hanno annunciato la volontà di riaprire la vertenza.

I sindacati, presenti ieri, hanno lanciato un ultimo appello alla politica, alla Regione ed al Governo, perché si attivino per evitare che la IIA e il suo amministratore unico Stefano Del Rosso seguano l’esempio della Cnh Industrial e decretino la fine del comparto della produzione dei mezzi pubblici nel Paese.

“Chiediamo – si legge nella nota dei lavoratori e delle parti sociali – un incontro urgente con il presidente De Luca, entro la prima decade di settembre, per definire una strategia di sensibilizzazione dei bandi di gara per l’acquisto di nuovi mezzi, che punti alla qualità del prodotto e non al massimo ribasso”.

 

I rappresentanti dei lavoratori giudicano “… inaccettabile” che proprio in Regione Campania si segua, invece, una logica “… incompatibile con le nuove direttive comunitarie” che, solo nei giorni scorsi, ha favorito l’assegnazione di una commessa ai turchi della Otokar a scapito della IIA.

Nel contempo, il consiglio di fabbrica del colosso di Flumeri chiede – attraverso la nota inviata alla presidenza del Consiglio, al sottosegretario Claudio De Vincenti, al Ministero dello sviluppo economico ed al Governatore della Campania De Luca, “… un incontro urgente con il sottosegretario De Vincenti, unitamente al titolare del Dicastero di via Molise, Federica Guidi per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno rilancio del polo unico nazionale di produzione degli autobus e dello stabilimento di valle Unta. Il modello di sviluppo tanto decantato dal Governo – prosegue la nota – deve decollare, così come sottoscritto nell’intesa dello scorso dicembre”.

Nel caso in cui non dovessero arrivare attese convocazioni, i lavoratori sono pronti a tornare in piazza e a far sentire forte la loro voce.

“Vista la situazione di precarietà ancora esistente e non più sostenibile – affermano i rappresentanti del consiglio di fabbrica – siamo pronti a recarci numerosi presso le sedi ministeriali e della Regione, al fine di vedere riconosciuti i nostri diritti. Non escludiamo, nel contempo, nuove mobilitazioni nelle quali coinvolgeremo i rappresentanti provinciali e regionali delle organizzazioni sindacali”.

Exit mobile version