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Ex Irisbus, la voce degli operai: “Di Maio ci affidi lo stabilimento”

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La lettera di un operaio ex Irisbus. Di seguito l’intervento di Giulio Battista al Mise: appello al ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Sono un operaio della I.I.A. e sento il bisogno di sottolineare delle questioni su questa vertenza ormai oceanica. Faccio una breve premessa: noi non abbiamo nessun pregiudizio contro nessun imprenditore, compreso Del Rosso, però siamo stanchi di essere presi in giro.

Questa vertenza dura ormai da 7 anni e da oltre 6 anni viviamo con la cassa integrazione e , credeteci, è veramente complicato vivere così, sia dal punto di vista morale che dal punto di vista economico. In questi anni si sono succeduti vari governi di tutti gli schieramenti (destra-sinistra-centro) abbiamo parlato con tutti, abbiamo aspettato le promesse di tutti. Ora il vaso è colmo e vogliamo la dimostrazione che questo è veramente il governo del cambiamento e che, quindi, a questo governo interessano più i lavoratori che il profitto di qualcuno.

Noi vogliamo innanzitutto che si sappia qual è la nostra reale condizione lavorativa. Circa quattro anni fa ci vennero a dire che finalmente era stata trovata una soluzione per noi, ci dissero che Fiat si faceva da parte (in realtà ci licenziava) e che però c’era un nuovo grosso imprenditore disposto a fare gli autobus in Valle Ufita, ossia disposto a creare un polo unico tra noi e la Breda di Bologna per mantenere la produzione degli autobus in Italia.

Qualcuno (De Vincenti) in questo stesso Ministero si fece anche scendere qualche lacrima e noi, ingenui, quasi gli facevamo una statua. Si disse che gli autobus servivano alla Nazione e perciò fu deciso di investire su questo nuovo imprenditore (Del Rosso) a cui Invitalia destinò un cospicuo fondo, una parte del quale già erogato. Il resto dei passaggi è inutile elencarlo; fatto è che ad oggi la fabbrica di Valle Ufita non ha chiamato a lavorare nemmeno la metà dei lavoratori ancora in contratto e Bologna è in cassa integrazione.

Più volte sui giornali abbiamo letto Del Rosso “battere cassa” allo Stato, più volte se qualcuno osava parlare veniva bacchettato, addirittura in ultimo alle perplessità che noi abbiamo sollevato sulla produzione estera della I.I.A., ci è stato risposto che “un imprenditore produce dove vuole senza dover darne conto, anzi se gli operai vogliono dettare regole dove produrre devono mettere i soldi”. Ecco, noi cogliamo l’occasione di questo autorevole incontro per dire al Ministro e al signor Del Rosso che noi parliamo proprio perché i soldi ce li abbiamo messi più di ogni imprenditore visto che i soldi pubblici elargiti sono soldi anche nostri.

Detto questo i numeri e i risultati li avete in maniera precisi tra le vostre carte, noi vi abbiamo eletti per studiare i problemi e trovare le soluzioni, anche se azzardiamo una proposta che data la situazione ci sembra abbastanza sensata. Noi chiediamo al signor Ministro di statalizzare la produzione di Autobus e mettere alla prova la nostra professionalità per rinnovare un parco autobus obsoleto e fuori legge.

Su che basi chiediamo questo? I soldi erogati da Invitalia così non andranno perduti. Ora stiamo lavorando in fabbrica senza nessuna direzione, quindi potremmo continuare a farlo anche senza un imprenditore terzo che compare sulle carte.

Forse la proposta vi sembrerà azzardata ma sono convinto che, se riuscirete a considerarla senza pregiudizi, la possiate trovare non solo “interessante” ma anche “fattibile”. Del resto caro Ministro, noi vi abbiamo votato senza pregiudizi e dandovi fiducia, dimostrateci che siete diversi. È il tempo ormai delle vere scelte di cambiamento.

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