Ex Irisbus, allarme Fiom: “Soluzioni immediate o addio occupazione”

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Industria Italiana Autosbus, Invitalia c’è. Secondo la Fiom è una delle poche certezze emerse dal confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico. “Invitalia in apertura dell’incontro ha confermato il coinvolgimento sia nel progetto che nella verifica del contratto di sviluppo”.

“Il Governo non ha confermato le indiscrezioni e dichiarazioni rilasciate alla stampa da imprenditori privati che sarebbero coinvolti nel rilancio di Industria Italiana Autobus. Inoltre, sulla natura dei nuovi assetti societari, il Governo ha chiarito che non è ancora deciso se l’assetto sarà a maggioranza pubblica”.

La Fiom, anche alla luce delle dichiarazioni dell’azienda, ritiene ormai al limite la situazione, “che potrebbe precipitare senza una assunzione di responsabilità che coinvolga tutte le parti. Pertanto è fondamentale che il Ministro dello Sviluppo Economico sappia che tra i tempi indicati al tavolo per una soluzione strutturale e quelli indicati dall’azienda non c’è coincidenza. Questa mancata coincidenza rischia di pregiudicare definitivamente la reindustrializzazione e rioccupazione dei due stabilimenti”.

La Fiom ribadisce che il rilancio di Industria Italiana Autobus è possibile attraverso la ricapitalizzazione di una unica società a maggioranza pubblica, anche senza escludere capitali privati. Il raggiungimento di questo obiettivo può avere molte soluzioni attraverso il consolidamento, coinvolgimento di fondi, società o aziende pubbliche.

E’ quindi utile un confronto per giungere alla condivisione con la proprietà di un piano industriale che abbia come primo obiettivo la contrattualizzazione delle gare già vinte e l’allocazione della produzione di tali commesse in portafoglio ad Industria Italiana Autobus negli stabilimenti di Flumeri e Bologna. Così come “la ripresa della partecipazione alle nuove gare che dovranno tenersi”.

Diventa fondamentale anche la condivisione di un piano di investimenti sugli stabilimenti che innovi il processo (industria 4.0) e il prodotto (autobus eco) e di formazione dei lavoratori e la piena rioccupazione del numero di posizionii prevista dall’accordo del dicembre 2014 e la verifica degli eventuali ammortizzatori sociali utili alla continuità occupazionale.

Tra le priorità indicate dalla Fiom c’è anche “il mantenimento dell’integrità e la valorizzazione degli stabilimenti e delle aree su cui insistono utilizzando gli strumenti previsti dalla normativa vigente”. Al Governo è chiesto di continuare “ad investire con le politiche di indirizzo per le regioni e gli enti del trasporto pubblico locale per supportare il cambio del parco circolante favorendo quelli a minor impatto ecologico”.

Il Governo, secondo la Fiom, “deve favorire un percorso di integrazione tra la produzione e il servizio di mobilità pubblica collettiva (autobus e treni) e la nascita di una piattaforma della mobilità nazionale che integri e connetta la mobilità, anche per favorire la nascita di una filiera produttiva. A quattro anni dalla partenza della vertenza siamo ad uno punto cruciale senza scelte rapide è a rischio l’occupazione”.