Avellino non riesce a crescere turisticamente e questo perché è quasi totalmente assente il sistema di infrastrutturazione adeguato alle esigenze del singolo e del territorio. “La maggior parte delle permanenze alberghiere ed extralberghiere della nostra provincia sono legate al settore affaristico, piuttosto che a quello turistico. Avere paesaggi mozzafiato, borghi, siti archeologici e una cultura enogastronomica invidiabile non bastano se non si ha consapevolezza di creare una infrastrutturazione dell’ospitalità. Solo ragionando sulle risorse disponibili si riuscirà a preparare un’offerta turistica che sia capace anche di valorizzare ciò che presentiamo al visitatore. E è fondamentale capire se, una volta in Irpinia, il turista sia stato a suo agio, abbia usufruito di servizi funzionanti e se vi farà ritorno”. Tutta questa serie di misure, però, bisogna adottarle in sinergia con gli altri attori.
“Da solo l’Ept può fare poco. Bisogna che ci sia integrazione, una filiera istituzionale capace di gestire e controllare il processo di sviluppo in modo preciso e coerente. Questo partenariato è imprescindibile senza una approfondita conoscenza del territorio, un piano di coordinamento provinciale capace di individuare trend di sviluppo, un piano provinciale paesaggistico, un piano energetico, uno studio sullo stato ambientale, un piano urbanistico comunale, un piano del colore”. Una delle maggiori pecunie del turismo irpino è proprio la mancanza dell’attuazione dei STS (Sistemi Territoriali di Sviluppo) e la realizzazione, invece, di una piattaforma logistica. “Dopo il terremoto dell’80 si è messa in modo l’idea di sviluppo dell’industria del Cratere. Un’attività valida che però, fattivamente, non ha portato benefici”. Al momento del suo insediamento, Spagnuolo ha dato corso a tre eventi già finanziati dalla Regione Campania: Musica in Irpinia, Canti Partenii, Acheotour Archeotango. “Non occorre programmare manifestazioni imponenti se poi non si hanno ricadute economiche. – ha affermato il presidente dell’ente di via Due Principati – Da dati evinti da Musica in Irpinia, nonostante il gradimento da parte del pubblico, la rassegna non ha portato indotti alle strutture alberghiere ed extralberghiere della provincia. Questa estate si è registrato il – 9,20 per cento delle prenotazioni rispetto allo scorso anno”. Tra le varie attività depositate in cantiere da Spagnuolo ci sono Fuoco Barocco e la realizzazione di un circuito interprovinciale tra Avellino, Salerno e Benevento per la valorizzazione archeologica. Il tutto nell’ottica di potenziare le bellezze delle aree interne, a vocazione agricola, e di elevare la spontaneità di uno degli eventi più amati dagli irpini: il Carnevale. “Fuoco Barocco vuole mantenere vivo il fuoco della tradizione irpina che si nutre del tessuto antropologico della nostra gente. Vogliamo dare vita ad una manifestazione che coniughi l’aspetto commerciale del Carnevale (i carri di Castelvetere e Paternopoli ne sono un esempio) alla genuinità della Zeza di Bellizzi, della tarantella di Montemarano. A tal proposito stiamo ragionando su come ampliare il nostro programma incentrato, quest’anno, sui quattro elementi della natura: acqua, fuoco, aria e terra”. (mar.ma)