“Arginare in tutti i modi la tratta degli schiavi 2.0”. E’ una delle richieste che questa mattina il deputato Carlo Sibilia ed in consiglieri comunali di Monteforte Irpino – Paola De Cunzo e Paolo De Falco – hanno avanzato al prefetto di Avellino, durante un incontro che è servito al consegnare al rappresentante di governo le 700 firme dei cittadini montefortesi raccolte in pochissimo tempo sul tema dell’accoglienza e della gestione del fenomeno emergenziale degli immigrati che ha sconvolto molti comuni italiani. In particolare quelli che soffrono di gravi fenomeni di spopolamento al limite della desertificazione come molti comuni irpini e sanniti.
“Le richieste – afferma Carlo Sibilia – sono chiare e nette per arginare un fenomeno che rischia di passare da emergenza a normalità. E che la scarsa capacità di gestione da parte del governo ha trasformato in una squallida tratta degli schiavi 2.0 dannosa per chi ha tentato di fare business e devastante per le comunità locali. Il documento consegnato al prefetto – prosegue il componente del direttorio – chiede un rigido controllo sui flussi di migranti in arrivo, riprendendo l’idea di hotspot per la verifica dei diritti dei richiedenti asilo da effettuare direttamente nei Paesi di transito. Bloccando eventuali ulteriori ingressi. Intensificare le espulsioni di immigrati non aventi requisiti per richiedere asilo politico, atteso che solo una minoranza dei presenti sul territorio comunale ha tali requisiti. Una riduzione delle presenze di immigrati in loco, entro un tetto massimo numerico di 150, da ritenersi certamente più congruo sia in riferimento alle caratteristiche del paese, in termini di ricezione e accoglienza, che per le esigenze di ordine pubblico anche in ragione dell’esiguo numero di forze dell’ordine presenti sul territorio comunale”.
Spiega Sibilia: “L’emergenza migranti costa al nostro Paese 3,1 miliardi di euro che gravano totalmente sul bilancio statale. Questi soldi vanno investiti meglio e per un tempo limitato a risolvere l’emergenza altrimenti ci troveremo presto a commentare pericolose conseguenze. Quantomeno i sindaci inizino a partecipare ai bandi per poter gestire in house l’emergenza e cogliere quest’occasione per ristrutturare vecchie opere pubbliche fatiscenti da adibire all’accoglienza invece che alimentare il mercato immobiliare alle spalle di tristi casi umani”.