«Di fronte ad un problema che coinvolge l’intera comunità arianese (e non solo), la soluzione non sta di certo esclusivamente nell’attaccare i vari attori coinvolti, ciascuno per le sue responsabilità. Le chiacchiere ovviamente stanno zero, se dai rubinetti non torna a sgorgare l’acqua, però credo che sia quanto meno doveroso, nei confronti di chi vive un’emergenza del genere, essere sinceri e dire la verità. E’ molto facile, in queste ore critiche, fare demagogia, raccogliere ogni dato, informazione, notizia, per farne un unico grande pentolone con la generica etichetta di RESPONSABILITA’ POLITICA».
Lo dichiara Carmela Roberto, segretaria cittadina dell’Unione di Centro di Ariano Irpino, in riferimento alla crisi idrica che sta interessando in particolare Ariano Irpino, ma nel complesso l’intera Irpinia.
«Bisognerebbe smetterla di essere faziosi e ragionare con lucidità. Non possiamo sempre ridurre tutto ad una lotta tra questo e quel partito – continua Roberto – permettendo a chi ricopre ruoli istituzionali, di lucrare politicamente sulle debolezza, sull’emotività e la stanchezza che in queste ore stanno colpendo la popolazione. Per chi non ha mai governato, la cosa più semplice è affermare che la colpa sia della POLITICA, perché solo chi non fa non sbaglia mai. Le cause possono essere additate alla storia certo, ma ci sarà pur qualcuno oggi, in questo momento storico, in questa situazione d’emergenza, responsabile del ruolo che riveste? E’ un dato di fatto che oggi siamo senza acqua: di chi sono le responsabilità? Di sicuro i problemi dell’Alto Calore non sono nati oggi, ma è oggi che drammaticamente sono degenerati, e per oggi intendo far riferimento agli ultimi 4 anni».
«Il debito della società – spiega la segretaria cittadina dell’Udc di Ariano Irpino — è passato dai circa 85 milioni ai circa 130 milioni di oggi, senza parlare dei CREDITI vantati nei confronti delle UTENZE COMUNALI, per i quali non è stato mai messo a punto un piano di recupero realmente efficace. Vogliamo parlare poi di una questione tanto “cara” agli arianesi? I GUASTI. Quante sono state le riparazioni delle perdite nell’anno 2016? Perché, rispetto al 2015, risultano ridotte notevolmente, mentre le perdite risultano notevolmente aumentate? Noi abbiamo sentito, continuamente parlare, soprattutto durante l’estate, di SOSPENSIONE DEL SERVIZIO IDRICO PER RIPARAZIONE GUASTO, ma se le perdite aumentano e le riparazioni diminuiscono, forse c’è qualcosa che non va. Sarebbe anche il caso di fare chiarezza sulla COMPETENZA relativa alle condotte adduttrici (per esempio Creta): sono inserite tra le attività di bilancio dell’Alto Calore, ma se devono essere aggiustate per guasti, diventano di competenza della Regione, così lo scaricabarile è servito. C’è davvero qualcosa che non quadra».
«In questa constatazione di fatti che vedono protagonista l’Alto Calore – continua Roberto – però, c’è un appunto da muovere nei confronti dell’amministrazione locale. Non può il sindaco, in una situazione di emergenza come questa, difendersi semplicemente dalle accuse mosse dai cittadini ritenendo che “non è responsabilità dell’amministrazione”; le responsabilità riteniamo risiedano in capo all’Alto Calore, ma perché il sindaco è cosi timido nel denunciarlo? Soprattutto, in qualità di presidente della Provincia è questo il massimo che può fare per i suoi concittadini?».
«Certo, l’Alto Calore –conclude Carmela Roberto – manca totalmente di una programmazione che consenta di gestire le emergenze, perché se nascono sistematicamente ogni anno, nello stesso periodo, che razza di emergenze sono? La soluzione non può essere sempre e solo la SOSPENSIONE nelle ore serali se tutto va bene, altrimenti per giorni interni, tanto a pagarne le spese sono i cittadini, avvisati mezz’ora prima nella migliore delle ipotesi. A proposito di SOSPENSIONE, per uno strano scherzo del destino, vorremmo ricordare al Presidente dell’Alto Calore, che in una sua intervista, rilasciata il 21 maggio del 2013, in qualità di vicepresidente della commissione per il controllo analogo, dichiarò “scellerata la proposta dell’Alto Calore di sospendere nelle ore notturne l’erogazione dell’acqua”. Beh, ogni commento di fronte a questa affermazione è del tutto superfluo: la storia si ripete e chi attaccava quattro anni fa l’Alto Calore per la sospensione, si ritrova a praticarla oggi, ogni maledetta estate, e non solo. Il rinnovamento, di cui tutti si riempiono sistematicamente la bocca, non sta tanto nel cambio di persone ai vertici, nel cambio di casacche, quanto nell’atteggiamento con il quale ci si approccia alle cose. Assumersi le responsabilità dei ruoli che si rivestono, sarebbe già un grande passo avanti».