“Le prossime elezioni politiche saranno un referendum su De Luca. Non si è mai visto un Governatore di una regione importante come la Campania che in parlamento porta un solo rappresentante che, per altro, sembra essere suo figlio. Un’intera regione nella disponibilità unica del figlio. Insomma, un po’ poco a mio avviso”.
Con le parole del candidato e consigliere regionale Giampiero Zinzi, la Lega apre la campagna elettorale in Irpinia e presenta le due rappresentati del territorio per Senato e Camera: l’ex Vicesindaca al tempi di Foti Maria Elena Iaverone e l’esponente della Valle Ufita Marica Grande. “Sono candidate in posizioni importanti perché crediamo che province sempre emarginate e sottoposte allo strapotere di alcuni politici locali debbano riscattarsi – spiega il segretario regionale del Carroccio nonché eurodeputato Valentino Grant –. Il nostro approccio è differente e il politico deve stare a disposizione della comunità”.
Iaverone auspica un cambio di rotta per la città di Avellino. “Conosco bene i punti di forza e le debolezze di città e provincia – continua la candidata al Senato -. Mi batterò per la questione dell’Alta velocità e più in generale per le infrastrutture e i trasporti, entrambe situazioni che devono essere risolte o quanto meno affrontate in modo adeguato”.
Idee chiare anche per la candidata alla Camera Marica Grande: “La Lega parla di programmi e non di avversari. È un partito pragmatico e come tale affronterà l’emergenza sanitaria e dei trasporti. Siamo inesistenti e il tracciato dell’Alta Velocità ci esclude dal resto del Paese in favore di un percorso che è appannaggio dell’area salernitana”.
Non mancano stoccate a Piero De Luca sulla questione sanità: “Ha dichiarato che andrebbe potenziata. Evidentemente in casa padre e figlio non si parlano. Tra il depotenziamento dell’ospedale di Ariano, il collasso del Moscati attraverso un accesso selezionati al Pronto Soccorso e la chiusura del reparto di Cardiologia a Sant’Angelo dei Lombardi, non si può certo parlare di potenziamento ma di un rifacimento della struttura sanitaria che penalizza il territorio” conclude la Grande.