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Elezioni politiche, paracadutati ed esclusi: è lunga la lista in Irpinia

Da Umberto Del Basso De Caro a Livio Petitto, passando per Angelo Antonio D’Agostino e Giovanni D’Ercole: sono solo alcuni dei tanti irpini che, al di là del credo politico, hanno – ed è sotto gli occhi di tutti – sempre lavorato per il proprio territorio ma che sono rimasti fuori da questa contesa elettorale. Ex parlamentari e dirigenti di partito tagliati fuori dalle liste dei candidati in nome di una ragione più elevata, quella di assicurare un posto in Parlamento a big nazionali e loro affini paracadutati in collegi totalmente estranei alla propria storia politica e personale. Candidature imposte e quindi estranee a territori e loro istanze, che hanno creato malumori e disorientamento negli elettori che si vedranno consegnare il prossimo 25 settembre schede elettorali contrassegnate da nomi da loro poco riconoscibili.

Oltre a quella degli esclusi, è ancor più lunga la lista delle candidature di servizio non utili a un’elezione. Su tutte quella del sindaco di Chiusano San Domenico Carmine De Angelis, coordinatore irpino di Forza Italia e giovane di talento che esprime la nostra terra, il cui nome è inserito al quarto posto del listino proporzionale per il Senato solo per portare voti e senza alcuna possibilità di essere eletto. Berlusconi gli ha preferito la bolognese Anna Maria Bernini, capogruppo degli azzurri al Senato. Lo stesso ha fatto per la fidanzata Marta Fascina e il Vicepresidente del partito Antonio Tajani: tutti preferiti a dirigenti irpini di Centrodestra che in questi anni hanno lavorato bene spendendosi per la loro terra.

Medesimo discorso per Fratelli d’Italia e Lega. Salvini candida l’ex Vicesindaca di Avellino Maria Elena Iaverone solo dopo Gianluca Cantalamessa, anche lei senza possibilità di staccare un pass per il Parlamento, e Marica Grande dopo la sottosegretaria friuliana Vannia Gava e l’uscente Giampiero Zinzi.

L’unico irpino in posizione eleggibile, stando ai sondaggi, è Gianfranco Rotondi, preferito al noto imprenditore e presidente dell’Avellino calcio Angelo Antonio D’Agostino. L’ex ministro sono però decenni che si fa eleggere da Berlusconi in collegi sicuri fuori dal territorio irpino e campano.

Non se la passa bene neanche il Partito Democratico: Livio Petitto, dopo aver stracciato la tessera, ha dichiarato che il suo gruppo non voterà i candidati dem. Tra questi Maurizio Petracca, costretto a correre all’uninominale contro la corazzata del Centrodestra solo per tirare la voltata al figlio di De Luca, Governatore della Campania. Lo stesso è stato fatto al Senato col senologo Carlo Iannace, costretto a portare voti alla sindacalista Susanna Camusso.

C’è poi il caso del Terzo Polo. Il nutrito corpo dirigente renziano irpino, capeggiato dai vari Enzo Alaia, Domenico Biancardi e Beniamino Palmieri, tutti leader di preferenze, non riesce a esprimere neppure una candidatura irpina. A trarre vantaggio, anche in questo caso, un paracadutato dopo l’altro.

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