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Elezioni politiche, De Feo (Pd): “Ha vinto chi ha saputo parlare chi ha saputo parlare al cuore della gente”

partito democratico

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“Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori”.  Cita Corrado Guzzanti, il segretario del circolo Pd, Antonio De Feo, per analizzare quanto accaduto alle elezioni. “Questa laconica espressione, non è lontana dalla verità, nel senso che potrebbe
contenere la tentazione di piegare il consenso ad ogni costo, il tentativo di convincere l’elettorato
che ha la colpa di non capire, di non sapere, di non avere la giusta capacità di scegliere – spiega De Feo.
Ma quanto è accaduto domenica, dimostra proprio il contrario, la gente è andata a votare per
affermare che vuole prendere parte al processo politico di questo Paese, che vuole essere ascoltata,
vuole essere aiutata, compresa, spinta, motivata e rassicurata”.

“Domenica ha vinto, pur senza vincere,
un partito che ha parlato al cuore dell’operaio, della casalinga, dello studente e dell’insegnante.
Domenica ha vinto un progetto politico che rassicura, che veicola qualche speranza, qualche
desiderio, qualche aspettativa, fosse anche illusoria – prosegue De Feo. Certo è che domenica, però, ha vinto un racconto fantastico, utopistico, irreale e immaginario. Ma chi lo ha detto che l’utopia è un peccato? Chi lo ha detto che la speranza è un sentimento sciocco, o
che la chimera è una fantasia dei bambini? Certo, la politica ha il dovere della verità, deve avere il coraggio della concretezza e la realtà della
contingenza, ma non deve perdere mai il riferimento ideale per cui è nata, non deve mai rinunciare a
coltivare l’orizzonte etico, che è difficile, arduo, alto e ampio”.

Il PD e più in generale il centro-sinistra – spiega De Feo – ha perso la sua utopia, la sua visione verticale, illimitata,
ideale e con essa ha perso la partita. Ha giocato male la sua partita perché è mancato il coraggio,
quel coraggio cantato da De Gregori: “Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non
è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio,
dall’altruismo e dalla fantasia”.
“Il partito – prosegue – ha perso la partita. Era importante, fondamentale per la salvezza, ma i campionati di calcio
iniziano e finiscono, si susseguono e quindi esiste ancora un tempo per tornare a vincere.
Intanto, allora, l’elettorato ha chiesto al nostro Partito Democratico di partire, anzi di ripartire.
Ripartiamo da quella risicata percentuale di elettori che ci hanno scelto, consapevoli che,
continueranno a sceglierci se: dimostreremo serietà e correttezza nell’identificazione di una nuova
classe dirigente, che rispetti le regole, che sia competente, che sia onesta, che sia parte integrante
della gente e che….abbia dei sogni!!!
Perché, alla fine come dice il filosofo Eraclito: “Senza la speranza è impossibile trovare
l’insperato”.

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