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Come se vivessimo in Russia

Surriscaldamento globale, termine di largo uso sul web che indica l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai. Tuttavia, contrariamente a ciò che tale nome parrebbe presagire, il risultato è quello di irrigidire notevolmente gli inverni, già prolungati e senza dubbio freddi, delle fasce temperate e quindi anche delle nostre zone di montagna.

Le stagioni intermedie che addolcivano i mesi freddi sono ormai estinte e hanno lasciato il passo a brusche variazioni di temperatura per cui si passa brutalmente da un estremo all’altro: da un caldo anomalo ed eccessivo, fuori stagione, ad un gelo polare, altrettanto atipico ed esagerato.

Appena qualche giorno fa, l’osservatorio meteorologico di Montevergine ha registrato ad Avellino la temperatura più bassa degli ultimi 54 anni. Una minima di -12.7°C che si colloca, secondo gli esperti, al trentanovesimo posto nella speciale classifica delle temperature minime più basse registrate dal 1884 ad oggi.

Un clima siberiano insomma che normalmente si registra a Mosca, non certo in Irpinia. E con tutti i disagi che ne derivano: freddo, problemi di viabilità, mancanza di energia elettrica e assenza d’acqua.

Le chiusure notturne – e non solo – dei rubinetti della provincia sono diventate ormai l’habitué degli ultimi giorni: tanto nel capoluogo, quanto nei comuni della fascia del Partenio e dell’Alta Irpinia serviti da Cassano Irpino. Alcune zone sono rimaste a secco anche per 24 ore. Le cause sono attribuibili a diversi fattori, tutti scatenanti dal gelo.

Se la neve rappresenta una manna per la ricarica dei serbatoi idrici, le gelate che ne conseguono hanno assestato il definitivo colpo di grazia alle già agonizzanti reti idriche irpine. Perdite, tubature spaccate dal ghiaccio e assenza di corrente elettrica hanno messo fuori uso le pompe della centrale di Cassano e della Fontana dell’Olmo, nel serinese.

I lavori per ovviare a guasti di condotte e contatori sono stati incessanti, gli stessi tecnici dell’Enel hanno operato in condizioni critiche, in particolare nella ventosa giornata di venerdì. Anche sul fronte della viabilità i piani per fronteggiare l’emergenza neve non hanno portato i frutti sperati.

Il problema è un altro: malgrado abitiamo in paesini di montagna non siamo affatto attrezzati a fronteggiare tali disagi, se non in termini emergenziali e di straordinarietà.

Simili eventi atmosferici, che sembrano verificarsi puntuali negli ultimi inverni, andrebbero infatti affrontati con attrezzature più adeguate – da parte di istituzioni e privati (gomme termiche, contatori interni, etc.) – come se fossero mere situazioni di ordinarietà. Esattamente come se vivessimo in Russia.

 

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