AVELLINO- Perché le sponsorizzazioni ad Eurochocolate 2024 hanno messo nei guai l’ex sindaco Gianluca Festa? Per comprendere questa parte dell’inchiesta, che è costata all’ex primo cittadino una imputazione per tentata induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione per l’esercizio della funzione, si deve fare prima una premessa. Gianluca Festa non avrebbe intascato un centesimo da queste due condotte criminose. Quasi sicuramente il suo attivismo per raccogliere le sponsorizzazioni da parte dei privati era legato ad un tornaconto elettorale, considerate le imminenti consultazioni. E’ un’ipotesi investigativa. Ma sarà lui a spiegarlo probabilmente martedì al Gip Giulio Argenio. Quello che appare invece evidente è che il sindaco in carica non poteva certamente organizzare una sorta di “questua” soprattutto tra le aziende che detengono tuttora i maggiori appalti di servizi nella città capoluogo. Tra l’altro il percorso più corretto e lecito della vicenda e i “paletti” li avevano fissati lo stesso Festa e la sua giunta con una delibera di indirizzo. Poi però l’ex sindaco ha contattato personalmente, da quanto emergerebbe dalle intercettazioni gli imprenditori e i titolari delle aziende per ottenere i fondi. Che dovevano andare ad un altro privato. In questo caso sempre la Gioform.
LA TENTATA INDUZIONE INDEBITA
La vicenda parte dal tentativo nei confronti del vertice della City Green Light Srl, la societa’ che si occupa della pubblica illumunazione, per cui il Gip Argenio ha ritenuto sussistente la gravita’ indiziaria per l’ipotesi di reato di tentata induzione. In una intercettazione captata dai Carabinieri nel gennaio scorso, l’imprenditore, evidentemente consapevole del fatto che i diecimila euro di sponsorizzazione chiesti dal sindaco non fossero una operazione molto lecita, ricordava un caso analogo avvenuto in Sicilia:“Hai saputo quel che ci è successo in Sicilia? Hanno arrestato quell’assessore a Trapani, e praticamente ci hanno… siamo stati coinvolti in una situazione e poi ancora: perché praticamente, pare che, non so, il capo area in Sicilia, in maniera pulita… limpida, ha fatto una serie di sponsorizzazioni richieste da questo assessore e poi l’hanno connesso ad un project che stavamo facendo a Trapani che poi abbiamo vinto”, spiega al sindaco. Festa prova a tranquillizzarlo dicendo che ad Avellino la situazione “è diversa”. Comunque City Green non ha versato un euro. Nonostante il pressing, anche senza imposizione si deve sottolineare da parte di Festa, che ricordandogli anche dei costi che la sua impresa sosterrà per la fornitura di energia alla manifestazione, lo rassicura sul fatto che quella sarà una spesa a parte: “mica puoi fare cornuto e mazziato” dice all’imprenditore.
PERCHE’ LE SPONSORIZZAZIONI SONO ILLECITE?
Per comprendere bene la vicenda bisogna ricostruire anche l’iter della sponsorizzazione. A partire da quello che è stato l’atto di indirizzo della Giunta Comunale di Avellino, ovvero una delibera del maggio 2023. A quell’atto, che demandava ai Settori comunali ogni passaggio relativo alle sponsorizzazioni, aveva fatto seguito una determina che in buona sostanza ne ha rappresentato l’ esecuzione. In questo caso parliamo del settembre del 2023. In buona sostanza si prevedeva la possibilità di ricorrere a sponsorizzazioni di soggetti privati per finanziare l’evento Eurochocolate. Riferendo pero’ espressamente che i contratti di sponsorizzazione avessero come parti l’amministrazione comunale da un lato e i soggetti privati dall’altra. Del resto nella delibera di giunta del maggio 2023 c’era tutto un riferimento alle norme che disciplinano i contratti di sponsorizzazione stipulati dalle pubbliche amministrazioni e dagli enti locali. Uno in particolare. Si tratta dell’articolo 43 della legge 449 del 1997. Cosa dice questo articolo: “Al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi prestati, le pubbliche amministrazioni possono stipulare contratti di sponsorizzazione ed accordi di collaborazione con soggetti privati ed associazioni, senza fini di lucro, costituite con atto notarile”. Ma non è finita qui. Perché nella norma si fa anche riferimento al fatto che: “devono essere dirette al perseguimento di interessi pubblici, devono escludere forme di conflitto di interesse tra l’attività pubblica e quella privata e devono comportare risparmi di spesa rispetto agli stanziamenti disposti”. L’altro riferimento è quello all’articolo 119 del Testo Unico degli Enti Locali, per cui “al fine di favorire una migliore qualità dei servizi prestati, i comuni, le province e gli altri enti locali indicati nel presente testo unico, possono stipulare contratti di sponsorizzazione ed accordi di collaborazione, nonché convenzioni con soggetti pubblici o privati diretti a fornire consulenze o servizi aggiuntivi)”. Per cui quello che hanno fatto emergere le indagini, le intercettazioni e dunque la condotta adottata dall’ex sindaco Gianluca Festa, ovvero le “reiterate pressioni e sollecitazioni al fine di convincere i soggetti privati a stipulare contratti di sponsorizzazione con altro soggetto privato (la Gioform s.r.l.) va sicuramente in direzione opposta all’ atto di indirizzo e dalle disposizioni di legge che erano contenute nello stesso. Fondamentalmente, come ha sottolineato il Gip Giulio Argenio nelle pagine della misura cautelare notificata giovedì ai tre indagati: la parte preponderante delle sponsorizzazioni erogate alla Gioform s.r.l. proviene da soggetti legati al Comune di Avellino da rapporti pubblici di appalto, in relazione ai quali la problematica del conflitto tra l’interesse privato e quello del comune o comunque dell’opportunità della sponsorizzazione sarebbe emerso in maniera evidente, trattandosi per il Comune di incamerare denaro da soggetti obbligati a eseguire prestazioni a favore dell’ente e con i quali possono sorgere controversie attinenti l’esecuzione del rapporto contrattuale (con il possibile sospetto di un trattamento di favore scaturente dall’avvenuta sponsorizzazione)”.
LA CORRUZIONE NELL’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI
L’altra vicenda che “inguaia” Festa legata alle sponsorizzazioni alla Gioform riguarda un altro imprenditore, che da qualche mese ha il franchising di una importante catena di somministrazione di alimenti ad Avellino. Questo si presenta dal sindaco per chiarire il mancato invito all’inaugurazione della sua attività, avendo privilegiato gli esponenti regionali. C’è anche una lunga interlocuzione su eventuali posti di lavoro da segnalare, qui le cimici intercettano Festa che parla di una sola richiesta relativa ad una persona competente da inserire eventualmente (ma non si sa se poi lo è stata o meno). L’imprenditore invoca l’aiuto del sindaco per la risoluzione di una questione relativa alla raccolta dei rifiuti prodotti dal suo esercizio commerciale. In buona sostanza chiede un trattamento di favore per la raccolta, perché la società che gestisce i rifiuti gli aveva chiesto di farla secondo tutti i criteri, come è giusto che sia. Cosa succede? Secondo quanto captato da ambientali e intercettazioni telefoniche, a quel punto il primo cittadino si dichiara disponibile a intervenire sull’incaricato di pubblico servizio, cosa che farà dopo qualche giorno (e sarebbe stato riferito allo stesso imprenditore nella telefonata intercettata il 30 gennaio 2024) inviterà un dirigente della società società che si occupa dei rifiuti a trovare per l’ imprenditore una soluzione un po’ più strutturata (ossia a fare allo stesso un trattamento di favore). Dopo questo intervento l’imprenditore verserà altri 5.000,00 euro a favore della Gioform s.r.l. Per il.Gip: “È indubitabile, difatti, che il Festa ha speso con il socio privato della società partecipata dal Comune la propria qualità di sindaco al fine di assicurare alla societa’ dell’imprenditore un trattamento di favore”. Ovviamente ora si attende che per questa come per tutte le altre vicende contestate nell’ambito della prima tranche di indagini della Procura di Avellino, l’ex sindaco Gianluca Festa fornisca la sua versione al Gip che ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari nei suoi confronti.