Avellino – L’Irpinia fa i conti con la povertà. Anno 2003/2004: 727 persone hanno avuto contatti con i centri di ascolto della provincia di Avellino. 237 quelle di nazionalità italiana. 490 gli extracomunitari. Il 74 per cento ha espresso richieste di aiuto. Italiani e stranieri, con o senza fissa dimora. In prevalenza donne (67,24 per cento). Con un livello di scolarità medio. Stranieri senza permesso di soggiorno. Privi di reddito sufficiente a soddisfare le normali esigenze. Disoccupati. Con problemi abitativi o psichici. Quaranta l’età media. È l’identikit del ‘povero’ dei nostri giorni, tracciato dai Centri di ascolto ‘Zaccheo’ (per la popolazione italiana) e ‘Babele’ (per gli immigrati). Un’indagine che ha portato alla redazione di un dossier a firma dell’Osservatorio Permanente della Povertà in collaborazione con la Caritas Diocesana. A presentarlo il Direttore della Caritas don Ferdinando Renzulli e i responsabili dell’Osservatorio, Luigi Stella e Antonio Zagari. Al tavolo il Vescovo, Mons. Francesco Marino. In sala il primo cittadino di Avellino, Pino Galasso e il vicesindaco di Mercogliano, Massimiliano Carullo. Accogliere ed ascoltare, le parole chiavi. O meglio il principio fondamentale su cui si fonda la ‘missione’ dell’operatore. “Scopo della relazione – ha spiegato Luigi Stella – è quello di offrire alle istituzioni, alle parrocchie e alle associazioni presenti sul territorio, un quadro preciso della situazione irpina. Non solo. Un supporto fondamentale per la programmazione socio-assistenziale elaborata dagli Enti competenti ed in particolare dai Piani di Zona”. Un dossier attento e puntuale da cui emergono dati precisi sulla povertà in Irpinia. A cominciare dalla dicotomia tra ‘bisognosi’ italiani e immigrati. Anche in provincia di Avellino si conferma una forte predominanza della componente straniera. L’Ucraina si conferma come il paese da cui proviene la maggior parte degli immigrati (33,88 per cento). Segue quella rumena con il 25,92 per cento. Il 51,02 per cento è privo di permesso di soggiorno e il livello di preparazione è generalmente medio-basso (dall’indagine effettuata risulta che gli stranieri possiedono un titolo di studio superiore rispetto agli italiani). La proposta: “Redigere un Piano Programmatico Pluriennale che inizi dal metodo dell’osservare e ascoltare – precisa Zagari – con un preciso obiettivo, quello di uscire dalle logiche dell’assistenzialismo”. E ancora. “Istituire un Osservatorio permanente della povertà che raccolga i bisogni della gente e predisponga programmi di intervento”. Come dire… la povertà è in aumento. È tempo di agire. (di Marianna Morante)