Pasquale Manganiello – Quentin Tarantino oggi compie 54 anni, un genio del cinema che ha completamente rivoluzionato la settima arte, sia nel modo di farla che nel modo di vederla.
Ho deciso di fargli gli auguri attraverso quello che ho denominato l’Alfabeto di Quentin Tarantino.
A come Amsterdam – E’ la città olandese il luogo “mistico” dove Tarantino e Roger Avary, co-sceneggiatore ed ex collega presso il videonoleggio Manhattan Beach Video Archives di Los Angeles, scrissero i dialoghi iniziali di Pulp Fiction, in particolare quelli tra Jules e Vincent, mescolando alla trama dettagli sulla cultura olandese ed europea in generale. Non osiamo immaginare in quali luoghi e soprattutto in che stato partorirono quel capolavoro.
B come bagagliaio – Una delle inquadrature più famose di Tarantino è quella dal bagagliaio di una macchina (la “trunk shot”). La macchina da presa riprende la scena dall’interno ed è rivolta verso gli attori. Si vede in: Le iene, Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill volume 1, A prova di morte.
C come Christoph Waltz – Tarantino è stato sempre formidabile nella scelta degli attori. Più che altro si è sempre fidato, poi, del suo cerchio magico attoriale che ha pescato e ripescato continuamente nella sua carriera. Ma con Christoph Waltz ha veramente esagerato: praticamente ha preso un perfetto sconosciuto attore teatrale e televisivo austriaco e lo ha trasformato nello spietato “cacciatore di ebrei” di Bastardi senza Gloria nel 2009 (miglior attore a Cannes, Golden Globe e poi Oscar) e nel bizzarro ed eccentrico cacciatore di taglie di Django Unchained (Golden Globe, BAFTA , secondo Oscar). Un capolavoro. Chapeau.
D come Django Unchained – “La D è muta” recita Franco Nero in un cameo del film di Tarantino che ha incassato di più al botteghino. Tutta l’ammirazione del regista per lo “Spaghetti Western” in questo memorabile omaggio al film del 1966 Django, diretto da Sergio Corbucci. Statuetta per la migliore sceneggiatura originale, la seconda dopo Pulp Fiction.
E come Epiteti razziali – Tarantino è stato al centro di alcune critiche e polemiche per il frequente utilizzo di epiteti razziali, o almeno ritenuti tali, nei suoi film, in particolar modo la parola negro (nigger) in Pulp Fiction, Una vita al massimo, Jackie Brown, Bastardi senza gloria, Django Unchained e The Hateful Eight. Tali critiche vennero mosse dal regista afro-americano Spike Lee. In un’intervista concessa alla rivista Variety, Lee dichiarò: «Io non sono contro quella parola… e la uso, ma Quentin è infatuato di quella parola. Cosa vuole? Essere considerato un negro onorario?”. Tarantino ha difeso il suo uso della parola sostenendo che il pubblico di colore apprezza i suoi film influenzati dalla blaxploitation e che Jackie Brown è stato realizzato soprattutto per un pubblico nero.
F come feticismo – Tarantino non ha mai nascosto nei suoi lavori la sua profonda ammirazione per i piedi femminili. Non esiste film che abbia diretto in cui non ci sia un bel close-up di piedi nudi oppure di una camminata ravvicinata, con scarpa in bella vista. Addirittura, al casting di Grindhouse – A Prova di morte, ha chiesto alle aspiranti di presentarsi al provino con gli shorts e le infradito.
G come Grindhouse – Il Tarantino cinefilo appassionato dei B-movie si regala la possibilità di girare un film in cui si utilizzano i-pod e cellulari ma i colori, le rigature, gli stessi salti di fotogramma sembrano quelli di un film del 1977 non troppo ben conservato. Con il termine Grindhouse, infatti, si intende quelle sale che negli anni ’70 in America proiettavano, uno dopo l’altro, film di serie B, spesso horror e ad alto contenuto di sesso e violenza.
H come Hateful Eight – Per me il film minore di Tarantino (leggi qui la mia recensione). L’ho visto tre volte ma non sono riuscito a farmelo piacere.
I come Iene – Le Iene, il titolo che lo farà conoscere a tutto il mondo, segna il debutto di Quentin Tarantino alla regia. È il 1992. Introduce molti temi caratteristici del regista: la violenza, l’avantpop, i dialoghi sfrontati e barocchi, il forte humor nero e la cronologia frammentata. A chi gli chiede in quale scuola abbia imparato a fare il regista, ama rispondere: “Sono andato al cinema”.
J come John Travolta – Tarantino ha avuto il merito anche di resuscitare cinematograficamente John Travolta. Grazie al personaggio di Vincent Vega ed alla sua sorprendente interpretazione, Travolta ha vissuto con Pulp Fiction una seconda giovinezza artistica, che gli è fruttata anche le candidature agli Oscar e al Festival di Cannes. Il ballo con Uma Thurman sulle note di You Never Can Tell del compianto Chuck Barry resta, ancora oggi, una delle scene memorabili della storia della settima arte.
K come Kill Bill – Nei due film di Kill Bill sono stati utilizzati oltre 1700 litri di sangue finto. E già questo…gli omaggi, i riferimenti e le citazioni più o meno esplicite di altri film, risultato della cinefilia maniacale del regista, sono evidenti in questa straordinaria epopea di vendetta. La scelta appare evidente a partire da alcuni attori selezionati, come per esempio David Carradine (Bill), amato da Tarantino nella serie televisiva Kung Fu, ma vale lo stesso per Sonny Chiba e Gordon Liu, maestri di arti marziali del cinema orientale.
L come Leone – Fonte di ispirazione inesauribile per Tarantino, il maestro italiano è stato sempre presente, in un modo o nell’altro, nelle opere del regista americano. Agli inizi della propria carriera, non conoscendo ancora tutti i termini tecnici cinematografici, Tarantino era solito chiedere ai propri cameraman “give me a Leone”, ovvero “datemi un Leone”, per avere uno di quei suggestivi primissimi piani sui dettagli, marchio di fabbrica del geniale regista romano.
M come Morricone – Dopo anni di omaggi, citazioni e riferimenti, l’inseguimento tra Quentin Tarantino e Ennio Morricone finisce ufficialmente un pomeriggio di dicembre nello Studio 3 di Abbey Road, a Londra: seduti uno a fianco all’altro, raccontano la creazione della colonna sonora di The Hateful Eight. Morricone e Tarantino sono talmente diversi e lontani da risultare, al contrario, molto simili nella devozione quasi religiosa che mettono nel loro mestiere.
N come Nouvelle Vague – L’ultimo regista statunitense ad aver ammesso di aver subito una grande influenza dalla Nouvelle Vague francese è stato proprio Quentin Tarantino, che ha voluto rendere omaggio al movimento con il film a episodi “Four Rooms”.
O come Oscar – Il regista losangelino ha vinto il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale con Pulp Fiction e Django Unchained. E’ stato nominato come miglior regista senza conquistare la statuetta con Pulp Fiction e Bastardi senza Gloria, film che ha ricevuto anche la nomination per la migliore sceneggiatura originale.
P come Pulp Fiction. Inutile dirlo: una delle pietre miliari della storia del cinema. Il mio film preferito in assoluto. Rasenta la perfezione in ogni aspetto, ti trasporta in un’altra dimensione. Originale, innovativo, unico. Quentin, lo so, “non è ancora arrivato il momento per cominciare a farsi i pompini a vicenda”.
Q come Quentin – Nasce a Knoxville, nel Tennessee, il 27 marzo del 1963, figlio di Tony Tarantino, un musicista e attore statunitense di origini italiane, e di Connie McHugh, un’infermiera statunitense di origini irlandesi e inglesi, rimasta incinta del futuro cineasta all’età di sedici anni. Quentin non ha mai conosciuto suo padre, dato che lasciò la madre prima che lui nascesse.
R come Red Apple – E’ uno dei tanti “fake brands” (marche non realmente esistenti) che molto spesso compaiono nei film di Quentin Tarantino. Le sigarette Red Apple sono presenti in Pulp Fiction, Four Rooms, Dal tramonto all’Alba, Kill Bill Vol. 1, Death Proof, Django, Inglorious Bastards e The Hateful Eight.
S come Samuel L. Jackson – Se Martin Scorsese ha tra i suoi feticci Robert De Niro e Leonardo Di Caprio, Quentin Tarantino può contare indubbiamente su Samuel L. Jackson. I due si sono trovati a condividere il set in Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill vol. 2, Bastardi senza Gloria (narratore), Django Unchained e The Hateful Eight. Sono spesso presenti nei cast dei suoi film anche Tim Roth e Michael Madsen.
T come Torrance – E’ la città californiana dove, all’età di due anni, si trasferì con la madre che, in quello stesso periodo, conobbe e sposò il musicista Curt Zastoupil. Il giovane Quentin instaurò un forte legame con il padre adottivo.
U come Uma Thurman – Musa ispiratrice di Quentin Tarantino, da una loro conversazione durante le riprese di Pulp Fiction nacque l’idea della Sposa da trasporre cinematograficamente in Kill Bill. Poco prima delle riprese, però, Uma Thurman restò incinta. Tarantino decise di rimandare di un anno l’inizio dei lavori per il film perchè “senza Uma era impossibile farlo”.
V come Vol. 3 – Tarantino ha dichiarato che realizzerà il terzo volume di Kill Bill. Quando non è dato sapere. Naturalmente, in seguito alla morte di Bill nel secondo film, il terzo capitolo non potrà essere intitolato Kill Bill vol. 3. Secondo il settimanale Film TV il terzo volume vedrà una nuova alleanza tra la cieca Elle Driver, la mutilata Sofie Fatale e la figlia di Vernita Green che “merita di vendicarsi come La Sposa”. Staremo a vedere.
Y come Yankee – In “The Hateful Eight” Tarantino tratta il tema della Guerra Civile Americana sottolineando il ruolo chiave di elementi quali i conflitti razziali, la violenza e la sensazione – condivisa da molti in America – che spesso la legge non sia votata alla giustizia. Un film che visto “da americano” probabilmente ha tutto un altro appeal.
W come Wolf – “Sono il signor Wolf… risolvo problemi”. Direi che basta, non c’è altro da aggiungere.
Z come Zed – Ah, ma perchè non lo sapete? Butch Coolidge aveva torto. Ebbene sì, Zed è ancora vivo. Gli scagnozzi di Marcellus Wallace, a distanza di 23 anni, sono ancora nel sottoscala di quel negozio a torturare Zed con “cure medievali per il suo culo”.