Droga, il tenente De Vivo agli studenti del Convitto: un danno alla vostra salute

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AVELLINO- Tecnicamente si chiama Percorso per le competenze trasversali e orientamento, quello che vede Convitto e Ordine degli Avvocati insieme per formare giovani studenti delle classi terza e quarta superiori sulla conoscenza dei fenomeni di devianza e sul funzionamento della giustizia e della sicurezza. Nella pratica, come ha spiegato l’avvocato Maria Rita Martucci, referente del Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Avellino, sarà un viaggio teorico e pratico, con visite in Tribunale e al Consiglio dell’ Ordine per avere una formazione completa e diretta. La prima “lezione” di questo percorso e’ stata inaugurata con la presenza di tre protagonisti in prima linea della sicurezza e della Giustizia. In primis il tenente Gianluca De Vivo, alla guida del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, l’ispettore Velia Giorgione, alla guida della Sezione “Vittime vulnerabili” della Divisone di Polizia Anticrimine della Questura di Avellino e il sostituto procuratore della Repubblica di Salerno (fino a qualche mese fa ad Avellino) Vincenzo Russo. A loro e agli avvocati Raffaele Tecce, consigliere dell’ordine e all’avvocato Fabiana Lepore, il compito questo pomeriggio di dare lo start al percorso voluto dal rettore e dirigente del Convitto Attilio Lieto. Ai ragazzi, facendo gli onori di casa e’ stato proprio Lieto a rappresentare come: “Le regole vanno capite, non solo subite. Le regole vi rendono liberi, perché sono il fulcro della società civile”. Le regole ed un percorso che come ha spiegato l’avvocato Maria Rita Martucci: “faremo insieme. Lezioni e argomenti. La prima lezione con ospiti importanti. Il preside Lieto ha dimostrato grande sensibilità e attenzione. Non ci saranno solo lezioni teoriche, conoscerete da vicino come funziona il Tribunale”. E ha aggiunto: “Diritti e doveri vi fanno diventare dei cittadini liberi. Dovetenecessariamente sapere cosa chiedere, anche se volete fare una ricerca via web. Vi faremo venire in Tribunale per comprendere come funziona il processo”. L’avvocato Tecce ha sottolineato il senso di questa iniziativa: ”
Quando vedete passare uno con la divisa avete un occhio di riguardo? Abbiamo l’ avvocato Lepore che deve difendere i diritti di tutti i cittadini e le forze dell Ordine che rappresentano la tutela che lo stato nella repressione di un fenomeno criminale. Comprendere anche il difficile confine fra legalità e illegalità. Sfido chiunque a definirmi cosa e legale o illegale, ciò che è giusto o ingiusto. Un confine labile. Ho visto dei ragazzi, non qui ovviamente, che hanno ceduto due spinelli ad un amico, senza capire che stavano facendo un reato. Vi diranno cosa è la legge in termini di stupefacenti, bullismo. Il tema è consapevolezza su cosa potete fare o meno”.
DE VIVO: LE DROGHE SONO UN DANNO, OLTRE CHE PENALE, ANCHE ALLA SALUTE
“Il tema di cui parleremo è la dipendenza dalle sostanze stupefacenti. Le droghe hanno delle ripercussioni che e’ giusto voi conosciate, al di là del fatto amministrativo o penale, anche per la vostra salute”. Perche’ la droga e’ un danno non solo dal punto di vista penale e’ stato al centro dell’intervento del comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, il tenente De Vivo: “Perché è sbagliato accostarsi al mondo degli stupefacenti? Dipendenza e quando non si può fare a meno di qualcuno o qualcosa. Quando la dipendenza diventa patologica o cattiva, a quel punto vi porta a conseguenze di varia natura. C’è la dipendenza dai social. La dipendenza dagli stupefacenti provoca anche tanti gravi effetti sul piano fisico e psicologico, su quella che è la vostra fedina penale. Le sostanze stupefabenti, siano esse “leggere” o pesanti. Non avrete la stessa memoria, non vi concentrate più sullo studio. Perché avvicinarsi agli stupefacenti? Quali sono i motivi?. C’è ne uno molto più pericoloso e vi porterà alla dipendenza che si combatte con le regole. Si comincia per noia, non sappiamo cosa fare, ci facciamo una canna. Lo si fa per piacere al gruppo: va bene, lo fanno tutti lo faccio pure io. Se non e’ sana la curiosità di provare qualcosa, allora non e’positiva”.
GIORGIONE: DENUNCIATE, SERVE PIU’ EMPATIA VERSO GLI ALTRI
L’ispettore Giorgione ha voluto leggere da una pubblicazione di storie vere raccolta dalla Polizia, un caso di “revenge porn”: “due ragazzi Litigano e lui pensa di diffamarla diffondendo le immagini private nei gruppi degli amici e piano piano in tutta la scuola e la sua zona. Il problema non sono solo le immagini e le conseguenze del gesto che hanno una rilevanza penale, ma il giudizio di tutti quelli che reputavano amici. Persino quando va dal parrucchiere. Ci sono delle ragazze che il revenge porn ha portato al suicidio. Alla fine forse potranno sfuggire dalla legge, anche se è difficile che potranno pure sfuggire, ma non dalla propria coscienza. C’e’ una chiave di lettura che si chiama empatia, ovvero mettetevi nei panni dell’ altro, della vittima del revenge porn”. L’ispettore ha anche ricordato come non ci sono solo le denunce penali, c’è anche uno strumento che e’ quello dell’ammonimento da parte del Questore. Che ha un valore importante, visto che al secondo episodio si procede d’ufficio e senza necessità di querela nei confronti di chi ne è destinatario. A chiudere l’incontro, spiegando il ruolo del magistrato del pubblico ministero, il pm Vincenzo Russo.