“Una prospettiva segnata. – spiega Vecchia – Il Cda della Bitron Sud ci aveva convocato, dopo un periodo di mobilità volontaria, per un confronto relativo all’integrativa aziendale e alle prospettive in termini di organizzazione”. Ma l’esito è stato diverso. La Fiom ha già proclamato lo stato di agitazione in attesa che vertici aziendali e forze politiche facciano la propria parte. “I dipendenti aspettano risposte sul loro futuro. – continua Vecchia – Se l’azienda deciderà di non tornare sui propri passi bisognerà mettere in campo soluzioni che vedano gli stessi reimpiegati in attività sostitutive”. Ma il caso Bitron Sud non sembra levarsi ad unica eccezione nel panorama produttivo irpino. Venti difficili anche per Cablauto, l’azienda di Pianodardine specializzata nella realizzazione di cablaggi destinati alla Fiat. Il management ha comunicato alle associazioni sindacali che una volta esaurita l’ultima commessa, Avellino resterà solo una base logistica per il deposito merci. Soluzione che prevede il mantenimento di circa 50 unità lavorative a fronte delle 155 attualmente impiegate. “Oltre cento esuberi che andranno a compromettere la già precaria situazione produttiva locale. Abbiamo aperto un tavolo tecnico con l’azienda per il ricorso ad ammortizzatori sociali”. Non è esente da incognite neppure il futuro della Fma. “Non vive condizioni di crisi – chiarisce subito Vecchia – ma il mercato non riesce ad assorbire quello che produce”. Una sovracapacità in output ‘cronica’ che si riflette nella ennesima cassa integrazione.(Di Marianna Morante)