Irpinianews.it

Donatiello tra analisi e radicamento Pdl sul territorio

Bisaccia – Il dirigente provinciale del Pdl, Giuseppe Antonio Donatiello, interviene sul risultato elettorale invitando il partito a mettere da parte accuse e polemiche per organizzare, invece, un “partito capace di gestire le istanze del territorio”.
“Finalmente – ha commentato Donatiello – il popolo campano ha saputo scardinare un sistema di potere che ormai imperava da oltre quindici anni. Il popolo irpino ha saputo esprimere attraverso il voto questa voglia di cambiamento, offrendo ad alcuni dei nostri candidati un risultato mai raggiunto e complessivamente ha dato un consenso al Pdl superiore alle precedenti consultazioni. Di certo potevamo superare questo risultato se i nostri dirigenti-eletti-nominati avessero avuto piena conoscenza del territorio e avessero dato seguito alle relative richieste, al contrario qualcuno si è speso lasciando fuori un ampio territorio quale l’Alta Irpinia, mortificando un’esigenza di rappresentanza attraverso persone sempre impegnate e coerenti che sicuramente avrebbero contribuito ad avere quei voti in più che servivano per la netta elezione di due nostri consiglieri. E’ singolare che non si dia una chiara lettura dell’espressione del voto acquisito e ci si presti ancora oggi ad alimentare quella disaffezione che i nostri militanti e simpatizzanti hanno rispetto al partito e alla sua inesistente organizzazione. E’ del tutto evidente che l’ennesimo insuccesso dell’ex consigliere Castelluccio (di ritorno nel Pdl dopo il passaggio nell’Udeur-centrosinistra), bocciato per la terza volta consecutiva dall’elettorato, è stata una chiara risposta a chi concepisce la gestione del partito in modo verticistico, in spregio ad una necessaria rappresentanza territoriale richiesta dai tanti militanti espressa a favore di chi ha profuso per sedici anni impegno e coerenza. Di certo non si accettano lezioni da chi in maniera sprezzante ha utilizzato il partito, forte dell’appoggio di qualche ministro e deputato villeggianti che non sono riusciti a tramutare in consenso elettorale a Castelluccio le loro altolocate posizioni.
Mi dispiace per la mancata rielezione dell’amico Franco D’Ercole; resto comunque sorpreso dalle sue affermazioni indirizzate a cercare possibili responsabilità. Credo fermamente che Franco D’Ercole debba ricercare altrove i motivi e le cause di un suo personale non successo, perché come lui sa, da uomo politico navigato, l’elettore del Pdl si è orientato verso i candidati che rispecchiavano la propria provenienza (ex Forza Italia, ex Alleanza Nazionale), in uno ad una legge elettorale da lui fortemente sostenuta, che notoriamente privilegia, per uno strano meccanismo, i piccoli partiti a danno delle forze politiche maggiori.
L’inutile accusa di D’Ercole al presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, è solamente pretestuosa, mi risulta che lo stesso negli interventi pubblici si è speso solo per il voto ‘utile’ al Pdl, in una sola occasione (ad Ariano) ha sottolineato la presenza del candidato locale. Compito della classe dirigente, auspicabile rappresentativa del territorio, in questa nuova fase, che vede chiudersi la filiera istituzionale, è quello di dare al partito una struttura organizzata che sappia gestire i processi e i progetti politici che provengono dal territorio, utilizzando le istituzioni per dare quella risposta che si attende da oltre quindici anni. Occorre organizzare il partito dando ai riferimenti locali dignità rappresentativa attraverso idonei strumenti, occorre fare giustizia alle mortificazioni subite in alcune parti del nostro territorio da quei militanti che hanno profuso negli anni impegno e coerenza; in buona sostanza bisogna organizzare un partito che bandisca le amicizie privilegiando la meritocrazia politica; quest’ultima fondamentale per un reale radicamento ed intercettatrice delle migliori energie. Un partito che sappia ridistribuire sul territorio rappresentanza politica e istituzionale, fattori necessari ed indispensabili per una reale crescita e radicamento.
Chi crede come me al progetto politico del Pdl, pur essendo stato la vittima dei notabili nominati da Roma, non può non battersi per un partito così come descritto e non riesce a comprendere la strada contraddittoria indicata dall’onorevole Gargani che, a mio avviso mal consigliato dai non rappresentativi dirigenti provinciali dell’associazione ‘Progetto Sud Europa’, trasmette alternativamente messaggi di impegno per la costruzione di un partito di indubbia rappresentatività democratica, il Pdl, e per la formazione di altro soggetto politico diverso dal Popolo della Libertà”.

Exit mobile version