Inchiesta Dolce Vita, le spese legali della sindaca Laura Nargi saranno a carico del Comune di Avellino. È stata pubblicata la delibera di giunta con la quale “si prende atto della nomina da parte del primo cittadino di Alessandro Diddi come suo avvocato di fiducia”. La richiesta, presentata lo scorso ottobre, rispetta la normativa vigente che consente agli amministratori e tecnici pubblici di usufruire del rimborso delle spese per la difesa processuale. La somma sarà coperta, tuttavia, solo in caso di piena assoluzione o proscioglimento delle accuse nei confronti dell’attuale sindaca, sempre nei parametri previsti dalla legge.
Nella delibera pubblicata il 4 novembre e approvata dalla Giunta su proposta dell’assessore Edoardo Volino, si prende atto, innanzitutto, dell’inesistenza di incompatibilità o conflitti d’interesse tra l’avvocato Diddi e l’ente di Piazza del Popolo. Inoltre, viene sottolineata l’evidente connessione tra i fatti contestati e la funzione ricoperta dalla sindaca, a prescindere dall’assenza di dolo o colpa grave.
Tuttavia, la procedura è stata definita “illegittima” dal consigliere del Pd Antonio Gengaro, che sulle colonne de Il Mattino ha dichiarato: “Il Testo Unico degli Enti Locali consente il patrocinio legale quando l’indagato sostiene le spese per la propria difesa rispetto a fatti contestati dalla magistratura, purché questi siano connessi all’espletamento del servizio o all’assolvimento degli obblighi istituzionali. Non è il caso quando i fatti oggetto del procedimento giudiziario siano semplicemente accaduti durante l’incarico ricoperto. Esistono diverse sentenze del Consiglio di Stato che non lasciano dubbi in merito al caso in questione. Mancando il nesso di causalità, ovvero venendo meno il principale presupposto normativo, sia la richiesta della sindaca che la presa d’atto della giunta sono da considerarsi illegittime e dovrebbero essere ritirate per tutelare l’ente”.