Dolce Vita, il Gip: Festa può ancora condizionare testimoni con la sua rete di contatti

0
2013

AVELLINO- Perché nonostante sia agli arresti domiciliari dal 18 aprile scorso Gianluca Festa avrebbe ancora la possibilità di reiterare il reato e di inquinare le prove, facendo così sussistere nei suoi confronti l’esigenza cautelare e la permanenza della stessa condizione per cui sono scattati i domiciliari bis? E’ un tema che sarà sicuramente al centro del confronto giudiziario prima in sede di interrogatorio e poi davanti ai giudici del Tribunale del Riesame. Il quadro che emerge nelle circa quaranta pagine della misura notificata in mattinata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dai militari della Sezione di Pg della Guardia di Finanza alla base della richiesta firmata dalla Procura di Avellino (le indagini sono coordinate dal Procuratore Domenico Airoma e dai sostituti Vincenzo Russo e Vincenzo Toscano) descrivono l’ex primo cittadino di Avellino come “il punto di riferimento indiscusso di un sistema criminale che vede nella persona del Festa (al di là della carica formale rivestita)”. Per il Gip però non “assumono rilievo le dimissioni dalla carica di Sindaco rassegnate dal Festa in quanto, vista la fitta rete di rapporti che ha avuto modo di intessere negli anni in cui ha ricoperto lacarica citata, egli avrebbe certamente al
possibilità di condizionare le persone informate sui fatti (anche avvalendosi di numerosi soggetti a lui legati) e concertare strategie difensive con i correi”. Stesso ragionamento anche per il rischio di recidiva in cui si fa accenno anche alle recenti amministrative. Per il Gip infatti neppure le dimissioni dall’incarico del Festa e l’elezione del nuovo sindaco vengono ritenute dal Gip “dirimenti per escludere il pericolo di recidiva”. Paradossalmente proprio il fatto che le ultime consultazioni elettorali hanno visto la vittoria di Laura Nargi, come ricorda il magistrato: “ex vicesindaco della giunta capeggiata dal Festa. Trattasi della stessa persona che le indagini sfociate nella precedente ordinanza cautelare hanno visto impegnata a prelevare e far sparire documenti all’interno dell’ufficio del primo cittadino nei giorni immediatamente precedenti l’espletamento di una perquisizione presso i citati uffici”, richiamandosi anche ad un’informativa degli inquirenti in merito a quello che viene ritenuto un “rapporto di particolare fiducia e alla comunanza di interessi tra il Festa e la Nargi”. Richiamando anche quanto aveva rilevato il Tribunale del Riesame esprimendosi sull’altra ordinanza. Ovvero il fatto che “gli illeciti in contestazione non sono stati commessi nell’espletamento della carica di Primo Cittadino ma in ragione di relazioni interpersonali improntate a scarsissimo rispetto dei ruoli da ciascuno ricoperti, oltretutto favoriti da un opaco contesto ambientale, sicché deve escludersi che la formale dismissione della carica sia sufficiente ad escludere il pericolo di reiterazione del reato”. Il riferimento e’ ad un “sistematico mercimonio della pubblica funzione” e del “potere assoluto che il Festa ha esercitato nel corso degli anni (si pensi all’atteggiamento remissivo con cui i dirigenti accettavano l’ingerenza del sindaco in settori che non gli competevano, come la determinazione della composizione delle commissioni di concorso), della vasta rete di connivenze (se non addirittura di complicità) che gli indagati si sono costruiti nel corso dei quasi cinque anni di amministrazione, della persistente presenza all’interno dell’amministrazione comunale di soggetti, taluni dei quali indagati nel medesimo procedimento, che si sono dimostrati legati all’ex sindaco da consolidati rapporti di tipo politico e personale e che in talune occasioni hanno assecondato senza particolari riserve le condotte illecite del Festa, appare evidente che, nonostante la dismissione della carica, possano presentarsi occasioni prossime favorevoli alla realizzazione di ulteriori condotte illecite del tipo di quellecontestate”.Quanto al Guerriero, lo stesso, pur formalmente estraneo all’Amministrazione Comunale, ha dimostrato una non comune capacità di ingerirsi nelle scelte amministrative piegando al proprio volere l’attività di gestione della cosa pubblica (si pensi, oltre alla vicenda del concorso per funzionario tecnico di cui alla precedente ordinanza cautelare che il Guerriero sulla base di una certosina organizzazione ha indirizzato a favore di una propria protetta, ai contatti che egli, pur senza averne titolo, aveva con diversi imprenditori in merito ai lavori oggetto di appalti da parte del Comune di Avellino)”.
Aerre