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Dolce Vita, i giudici del Riesame: esisteva un vero e proprio “comitato di affari”

Sindaco_Festa

AVELLINO- “Fin dall’inizio delle indagini è emersa l’esistenza di un vero e proprio comitato di affari coinvolgente il sindaco in carica di Avellino, Gianluca Festa, attivamente coadiuvato dall’amico architetto Fabio Guerriero nella raccolta di somme versate da numerosi soggetti economici affidatari di lavori pubblici”. E’ un passaggio dell’ordinanza dei giudici dell’Ottava Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, che come è noto hanno confermato la misura cautelare bis nei confronti dell’ architetto Fabio Guerriero, rigettando l’istanza di annullamento proposta dalla difesa dello stesso indagato (i penalisti Marino Capone e Nicola Quatrano) e, nonostante quella di Festa non abbia proposto ricorso preferendo andare per “saltum” in Cassazione, la valutazione dei giudici del Tribunale della Libertà si è estesa anche alla figura dell’ex primo cittadino di Avellino, provvisoriamente accusato di tre episodi di corruzione nell’esercizio delle funzioni. Le conclusioni riguardano le valutazioni delle richieste di inutilizzabilita’ delle intercettazioni proposte dalle difese. La questione e’ molto tecnica, ma andando per estrema semplificazione le difese contestavano sia la gravita’ indiziaria per avviare le captazioni nel settembre del 2023 che la circostanza per cui i reati contestati agli indagati e per cui si procedeva alla captazione erano diversi dalla corruzione nell’esercizio delle funzioni, quindi come se si trattasse di due procedimenti diversi. Entrambe le eccezioni sono state superate dai giudici del Riesame di Napoli. Motivazioni che tornano di stretta attualita’ perche’ nell’ordinanza, in riferimento proprio a quanto emerso sul ruolo di Festa e Guerriero c’e’ un’ampia ricostruzione sulla base delle indagini eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dei militari dell’aliquota di Pg delle Fiamme Gialle presso la Procura di Avellino. L’attualita’ e’ riferita al fatto che lordinanza in questione è stata richiamata nel provvedimento con cui il Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi ha rigettato ieri la richiesta di revoca degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex sindaco di Avellino. Si legge nell’ordinanza e nelle motivazioni del Riesame (che già potrebbero essere stati impugnate dalla difesa di Guerriero per Cassazione): ” Le captazioni, soprattutto ambientali nella vettura in uso al Guerriero, disposte al fine di accertare tali dazioni, hanno immediatamente sortito l’effetto, in quanto e emerso che proprio in quel luogo, ritenuto al riparo da orecchie indiscrete, Festa ed il suo collaboratore parlavano liberamente degli affari’ in corso, indicando le cifre ricevute O da ricevere, e la loro provenienza. Addirittura, sempre nella stessa autovettura, Guerriero incontrava i corruttori, riceveva le buste con il danaro che riponeva nel cassettino del cruscotto o sotto il sedile, per poi consegnarle a Festa. E’ dunque evidente l’unicità del contesto illecito investigato, in cui le singole vicende corruttive si susseguono e si sovrappongono, finalizzate alla realizzazione di un obiettivo
unitario, quello dell’acquisizione di risorse economiche che, in forma continuativa e periodica, formavano una provvista a cui i protagonisti attingevano”. Ancora più rilevante quello che i magistrati del Tribunale del Riesame di Napoli hanno scritto in merito alla sussistenza delle esigenze cautelari (stesso discorso che ha riguardato anche di recente proprio la posizione dell’ex sindaco Festa). Scrivono i magistrati: “Deve essere invece affermata la sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di recidivanza, fronteggiabile solo con la imposizione della misura autocustodiale in atto, corredata dal divieto di comunicazione con persone estranee…. Seppure non vi è pericolo concreto di inquinamento probatorio in riferimento al Guerriero – che non si è reso protagonista, come Gianluca Festa, di condotte soppressive di prove – è evidente che altissimo risulta il rischio di prosecuzione dell’attività criminosa mediante il contatto con i numerosi soggetti coinvolti in un sistema illecito che, a distanza di pochi mesi dalla sua emersione, mantiene il controllo della gestione della cosa pubblica, in un contesto amministrativo caratterizzato da continuità con la precedente amministrazione”.
Aerre

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